“La preoccupazione maggiore del settore metalmeccanico continua a chiamarsi Fimer e le incertezze gravano su 350 lavoratori e sulle loro famiglie. Tutti attendiamo marzo quando si riunirà l’assemblea dei creditori per decidere l’omologa al concordato chiesto dall’azienda. Un segnale positivo è già stato dato a settembre quando il Tribunale ha concesso l’ammissione subordinandola, ovviamente, al parere dei creditori. Stiamo poi registrando un minor utilizzo degli ammortizzatori sociali e un più alto numero di ore lavorate. Sembra quindi che la Fimer, pur con grande fatica, stia tentando di riprendersi”.
Antonio Fascetto, confermato al congresso Segretario provinciale Fiom Cgil – 3.155 iscritti – valuta così la situazione della Fimer. “Il panorama generale del settore metalmeccanico è poi caratterizzato da una situazione di attesa. È troppo presto per essere decisamente ottimisti anche perché la situazione generale, con crisi energetica e guerra, continua a rimanere difficile. Comunque ci sono due indicatori positivi che interessano almeno le imprese più strutturate: gli investimenti continuano e il ricorso alla cassa integrazione non aumenta”.
Fascetto sottolinea poi un elemento di novità: “c’è maggiore consapevolezza, in molte aziende, della situazione di difficoltà die lavoratori a causa dell’inflazione e dell’aumento dei costi dell’energia anche per le famiglie. Stiamo quindi registrando una piena disponibilità ad utilizzare tutti gli strumenti di welfare aziendali resi possibili dalle normative nonché ad erogare premi aziendali. Non solo: un’impresa – che ci ha chiesto di non essere citata – ha erogato spontaneamente ulteriori 2.000 euro a tutti i suoi dipendenti. Un segno di attenzione e di consapevolezza del valore del capitale umano”.
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