Segnali contrastanti sul futuro delle aziende che erogano servizi di pubblica utilità. E quindi, in modo particolare, gas ed energia. “Nel 2021 – ricorda Gabriele Innocenti, segretario della Filctem Cgil – i sindacati di categoria si erano mobilitati e ricordo lo sciopero del 30 giugno per contrastare la terziarizzazione dell’80% delle attività. Nell’ottobre ci fu una sentenza della Corte costituzionale che sembrava aver scongiurato questo pericolo e il decreto legislativo predisposto dal Governo escluse, successivamente, per le aziende dei settori cosiddetti “speciali” l’obbligo di terziarizzare gran parte delle attività. Adesso un parere dell’ottava Commissione del Senato propone di reintrodurre, anche per le aziende dei settori speciali, un obbligo, seppur in percentuali inferiori all’80%, di terziarizzare le attività soggette a concessione pubblica”.
Un’ipotesi che la Filctem, d’intesa con Femca, Flaei e Uiltec, respinge nettamente. “Il passaggio di consistenti quote di attività a soggetti terzi – ricorda Innocenti – creerebbe una vera e popria giungla degli appalti con conseguenze prevedibili e già viste in altri contesti: diminuzione della sicurezza nel lavoro, peggioramento della qualità dei servizi per i cittadini, cambio del contratto di lavoro con effetti negativi sugli addetti”.
I sindacati sono quindi unitariamente impegnati contro quella che definiscono la “destrutturazione delle aziende dei settori di pubblica utilità, essenziali per lo sviluppo del Paese anche e soprattutto in vista dei grandi investimenti previsti dal PNRR. Anche in questo caso congiuntamente alle rispettive confederazioni, esprimeremo e sosterremo in ogni opportuna sede le nostre ragioni e rivendicazioni, forti del grande sostegno che le lavoratrici e i lavoratori ci hanno dato il 30 giugno 2021”.
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