La centralità della medicina del territorio, le Case di comunità, la capacità di risposta dei pronto soccorso, l’abbattimento delle liste di attesa, il potenziamento del personale e del Fondo sanitario nazionale. Queste le priorità, in tema di salute, che lo Spi Cgil ha sottoposto alla Regione Toscana nel corso di un convegno che si è tenuto a Cortona. Un proseguimento ideale della manifestazione nazionale a Roma del 24 giugno sul diritto alla salute.
Maddalena Senesi, responsabile del Dipartimento salute e socio-sanitario dello Spi Arezzo, ha sottolineato ”la necessità del rafforzamento della Medicina del territorio da ottenere anche con gli investimenti PNRR e della realizzazione dei progetti finanziati per le Case di Comunità attraverso le quali, con il punto unico d’accesso, si prenda in carico il bisogno integrato socio-sanitario”. Senesi ha poi ricordato una serie di punti critici della sanità: “pronto soccorso, liste di attesa, carenza di personale e insufficienza del Fondo sanitario nazionale”. Sono quindi necessari interventi immediati per riaffermare “il ruolo universale del servizio sanitario pubblico” e per approvare la legge nazionale sulla non autosufficienza.
Il dibattito, coordinato da Atos Santiccioli, della Segreteria Spi di Arezzo, ha poi evidenziato la necessità di affrontare, in modo strutturale, le criticità dell’ospedale Santa Margherita alla Fratta. Sono intervenuti il biologo Luciano Gabrielli; Giancarlo Gambineri, segretario Spi di Arezzo; Alessandro Tracchi, segretario provinciale Cgil e Vincenzo Ceccarelli, consigliere regionale e capogruppo Pd
Il dibattito è stato concluso dall’assessore alla sanità della Regione Toscana, Simone Bezzini, il quale ha ribadito che nella gestione della sanità la Toscana è ai vertici delle classifiche nazionali: “per questo si impongono una serie di riforme, che hanno il volto di un investimento sulla sanità pubblica, che è e rimane la nostra scelta fondamentale”. L’assessore ha poi concluso evidenziando l’importanza dei progetti di riforma regionali che riguardano in primo luogo, ma non solo, la continuità assistenziale, l’emergenza urgenza e la riorganizzazione delle reti integrate.
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