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Ponte Morandi, la morte di un altro lavoratore

La Cgil di Arezzo e Sansepolcro piange il lavoratore deceduto a causa di un infortunio sul lavoro nel cantiere del parco della memoria del ponte Morandi. Assurdo che in un luogo di memoria e di sofferenza si aggiunga quella per la perdita di un altro lavoratore. E allora così come nel momento della caduta del ponte, anche per la caduta di Marco il passo è breve e dalla sofferenza si passa alla rabbia. La rabbia della mancanza di responsabilità, la mancanza di regole, o l’uso delle regole al servizio del profitto. Un contratto mancato o sbagliato o inadeguato e quindi la formazione mancata sbagliata o inadeguata, gli infortuni non sono mai fatalità. E ci dispiace che ancora una volta a rimetterci sia chi per vivere ha bisogno di lavorare.

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