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CGIL Arezzo: CATTIVA BANCA “disastro annunciato ma da nessuno, dico nessuno, denunciato”

BANCA ETRURIA: RIFLESSIONI DEL SEGRETARIO GENERALE DELLA CGIL DI AREZZO "disastro annunciato ma da nessuno, dico nessuno, denunciato"

Rabbia, Sconcerto, Sfiducia.

Con questi tre elementi, nei fatti, si delinea l’operazione di salvataggio delle 4 banche. Se il “nuovo” da gennaio parte con questi presupposti cominciamo male due volte. Il Governo appare ormai intenzionato sugli “aiuti umanitari”, sembrerebbe l’unica strada possibile sul margine offerto dalla Unione Europea la quale, col voto di tutti i parlamentari europei, dopo aver utilizzato decine di miliardi “pubblici” per il salvataggio di banche tedesche, francesi e spagnole ha costituito norme ben distinte dal passato. Ecco che siamo di fronte ancora ai “dogmi” di Bruxell non certo favorevoli per piccoli risparmiatori e gente vulnerabile ad un sistema bancario prepotente e spregiudicato. Quindi la soluzione del Governo è da giudicare insufficiente, problematica e ingiusta. Il Governo ha dimostrato pavidità ed incompetenza, Lor signori non governano da un mese e la situazione era chiara da molto tempo.

Ben 14 mesi fa abbiamo denunciato come CGIL di Arezzo insieme alle nostre Rappresentanze Sindacali di BPEL e insieme a Federconsumatori come aveva operato il management della Banca e cosa rischiavano cittadini e lavoratori. Ci schierammo persino con il commissariamento e lo giudicammo, pur tardivo, un atto dovuto chiedendo inoltre pubblicamente che fosse intesa giustizia verso la dirigenza della Banca: principale responsabile di un disastro annunciato ma da nessuno, dico nessuno, denunciato. L’intero mondo istituzionale alzò una barricata a favore della governance e persino il vescovo di Arezzo ritenne opportuno “pregare” per le sorti della, per così dire, povera Banca messa con le spalle al muro dai commissari. Non ricordo nessun politico che allora levasse voce su questo stato di cose. D’altronde BPEL si è sempre preoccupata di accontentare o coccolare trasversalmente poteri politici, istituzionali ed economici. Oggi vediamo i risultati, rovesciati addosso a migliaia di persone modeste fregati da dirigenti cinici e poco responsabili. La Banca, col suo management, per uscire dai guai da lei stessa prodotti aveva bisogno a tutti i costi di denaro, in ogni modo.

Chiarisco subito, rabbia permettendo, che prendersela in via del tutto generica con i lavoratori dipendenti – da non parificare ai dirigenti – non porta da nessuna parte e la trovo una via comoda sopratutto per chi non vuole individuare il problema: il gruppo dirigente Bpel e, va detto, l’operato di Banca d’Italia e Consob. Quest’ultimi due, dato che Bpel è da anni in borsa, hanno il compito istituzionale di verificare i prodotti messi nel mercato, autorizzarli e controllarli. Stamani Federconsumatori, associazione a noi affiliata, ha consegnato in Procura della Repubblica un esposto perchè vogliamo, pretendiamo anzi, che sia fatta chiarezza e giustizia. Vogliamo insomma che accada quello che avevamo chiesto pubblicamente 14 mesi fa: fare luce su tutta questa storia e addebitare responsabilità civili e penali se queste riscontrate.

La Cgil, per sua naturale missione, difende tutti quei Lavoratori i quali addebiti o responsabilità non contrastino con le norme contrattuali e legislative senza tralasciare i nostri principi etici e statutari. Certo oggi diciamo che le responsabilità vanno individuate dall’alto verso il basso e non viceversa dato che Banca Etruria non è nè una “bocciofila” nè un coacervo di liberi professionisti. Vi sono vertici aziendali che decidono linee d’indirizzo e gerarchie che le mettono in pratica. Siamo insomma all’inizio di un percorso giudiziario e amministrativo dove ancora serve capire moltissime cose. Una cosa è certa, BPEL ha poco di “banca del territorio” ma, in via assoluta, non va dimenticato che la sola giustizia non può risolvere i tanti disagi recati a tanta gente. Senza contare le tante piccole e piccolissime imprese, in maggioranza edili ed orafe, che tanto hanno confidato in questa Banca. Lì ci sono una marea di lavoratori che associati a chi lavora in BPEL – 800 nella sola provincia e per i quali non vi sono garanzie certe – rappresentano un rischio occupazionale notevole per un territorio che già tante ne ha prese (quasi 20.000 posti di lavoro persi negli ultimi 5 anni!) e che dovrebbe fare i conti con nuova e massiccia perdita economica e sociale. Questo è un argomento tutto sindacale che concretamente la politica deve risolvere.

I politici a tal riguardo devono assumere una posizione comprensibile, evitando pantomime e scegliendo linee ancora più chiare e marcate. Noi pensiamo che concentrare l’attenzione sulle plus valenze della BAD BANK sia corretto ed efficace. A tal riguardo non risultano oggi dogmi europei in merito e questo permetterebbe una equa redistribuzione di risorse perse con le obbligazioni subordinate, oltre ad una maggiore garanzia anche fiduciaria per il proseguo d’attività delle 4 banche con la relativa difesa occupazionale.
Chi reputa di avere migliori idee in merito lo dica subito, forte e chiaro. Chi invece riserva dubbi ci fornisca le dovute spiegazioni logiche, dato che la logica è un’altra vittima di questa vicenda.

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