Il recente convegno alla Borsa merci ha rappresentato la tregua da risparmiatori e dipendenti Banca Etruria. Adesso la Cgil chiede un ulteriore passo in avanti, arrivando non solo alla “pace” ma soprattutto alla collaborazione.
Annuncia il Segretario provinciale Alessandro Mugnai: “oggi ho scritto una lettera a Letizia Giorganni, Presidente del Comitato vittime del Salvabanche; a Pietro Ferrari, Presidente di Federconsumatori e a Claudio Viti, Segretario Fisac Cgil proponendo un incontro per verificare quale tratto di strada possiamo fare insieme nell’interesse di tutti”.
Mugnai sottolinea che “risparmiatori e dipendenti sono facce della stessa medaglia. Vittime di una pessima gestione dirigenziale e di provvedimenti governativi sbagliati. Infatti il decreto “Salvabanche” ha danneggiato centinaia di risparmiatori e non ha scongiurato il pericolo occupazionale per i dipendenti. Qualora questo assumesse consistenza, saremmo di fronte ad un altro duro colpo assestato ad un territorio già duramente compromesso dalla crisi”.
I prossimi mesi saranno, quindi, particolarmente delicati “e non è possibile – evidenzia Mugnai – che risparmiatori e dipendenti siano messi gli uni contro gli altri. Ribadiamo che qualora siano riscontrate responsabilità giuridiche di alcuni, questi dovranno rendere conto senza se e senza ma. Evitando, ovviamente, generalizzazioni che mettano tutti sullo stesso piano: chi ha sempre operato correttamente deve essere tutelato e difeso”.
Così come i risparmiatori, danneggiati sia dai manager della banca che dal decreto del Governo, e che non possono essere raffigurati come speculatori o “giocatori di finanza”. Quelli che sono venuti nei nostri uffici e agli sportelli di Federconsumatori non hanno certamente queste caratteristiche: sono pensionati e lavoratori dipendenti che avevano affidato a Bpel tutti i loro risparmi. Oggi è fondamentale ristabilire quel necessario clima di fiducia tra il mondo del risparmio e quello bancario. E questo lo si può fare rendendo giustizia a chi è stato danneggiato, stabilendo regole più severe e trasparenti, non lasciando i lavoratori con il cerino in mano”.
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