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I sindacati e l’8 marzo: al centro il tema della genitorialità

Cgil Cisl e Uil hanno scelto un tema preciso per l’8 marzo: sarà quello del decreto Pillon e del “falso mito della bigenitorialità perfetta”.

Appuntamento alle ore 15.30 di venerdì 8 marzo nell’auditorium Buozzi presso la sede Cgil in via Monte Cervino ad Arezzo. Interverranno le avvocate Michela Nacca, Presidente della Maison Antigone e Simona D’Aquilio, esperta di diritto di famiglia; la psicologa e psicoterapeuta Bruna Rucci; le Segretarie di Cisl e Cgil Arezzo, Silvia Russo e Laura Bronchi.

Il ddl Pillon propone una soluzione precostituita per tutti: la cancellazione dell’assegno di mantenimento; l’obbligo di ricorso alla mediazione familiare in presenza di figli minori, misura molto discutibile, ma certamente gravosa in caso di fragilità economica di uno o entrambi i separandi; l’introduzione del doppio domicilio, considerando il fatto che non tutti i genitori hanno la possibilità economica di avere due case o il reddito per un appartamento adeguato in affitto; la suddivisione delle spese di sostentamento della prole ignorando completamente condizioni e situazioni che raccontano una serie di endemiche disuguaglianze tra i due generi.

“Il testo Pillon, si basa sui un’idea di famiglia che rischia di essere anacronistico e non sempre realizzabile perché non tiene conto dei diversi casi di separazione – commenta Silvia Russo, la maggiore criticità riscontrata è che tutto il provvedimento sembra mirare più alla soluzione dei conflitti tra i genitori, piuttosto che tutelare il benessere del minore: i figli non sono pacchi da spostare, ma persone che debbono essere ascoltate con le modalità più corrette! L’altro punto critico è il tentativo di introdurre il concetto di alienazione parentale (pas), considerato inesistente dai più autorevoli studiosi della materia, che creerebbe gravissime ripercussioni. Le donne in caso di separazione rischiano di essere un soggetto ancora più debole viste le difficoltà che vivono nel nostro paese, dove c’è un tasso di partecipazione al lavoro molto inferiore a quello medio dell’Unione Europea, oltre al un marcato differenziale salariale e pensionistico. Ci mobilitiamo per una norma che si profila già in partenza ingiusta, discriminante ed oggi inapplicabile”.

“Il disegno di legge Pillon rappresenta il tentativo di riformare il diritto di famiglia penalizzando sia le donne che i figli e aumenta ulteriormente il divario tra donne e uomini – sottolinea Laura Bronchi – E questo si verifica in un contesto internazionale nel quale l’Italia è all’82° posto su 144 per divario di genere. Secondo una recente ricerca di Banca d’Italia, le donne hanno in media il 25% di ricchezza in meno e nelle coppie il divario è del 50%. E questo senza dimenticare – conclude Laura Bronchi – che il lavoro domestico e la cura sono affidati prevalentemente alle donne. Siamno quindi ben lontani dal concetto di bigenitorialità di cui parla astrattamente il disegno di legge Pillon”.“

Conclude la Uil: “bigenitorialità non significa uguaglianza e parità materiale, ma pari responsabilità nella gestione di ruoli diversi seppur complementari a cui deve corrispondere una concreta parità di condizioni materiali fra uomini e donne. La paura è che dietro a uno scopo tendenzialmente giusto, quello di cercare di affermare la bigenitorialità perfetta, possano emergere situazioni di difficoltà economica di molte donne oltreché dei figli. Soprattutto nelle situazioni in cui il nucleo familiare si sta disgregando, i minori coinvolti hanno la necessità di sentire con forza la presenza di ambedue i genitori: il coniuge economicamente più debole (tendenzialmente la donna) deve poter esercitare il suo ruolo senza che siano aggravate le sue condizioni di vita e di lavoro”.Fonte Arezzo Notizie
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