Riesplode la protesta dei risparmiatori, verso una manifestazione a Roma. Ferrari: “Rischiamo di ripartire da zero”. Giorgianni all’attacco. Sindaco: “Sarò con voi”.
Ribolle la rabbia dei risparmiatori ex Etruria, torna a riesplodere la protesta dopo il mancato inserimento nel Def di qualsiasi cenno ai risarcimenti. Nel mirino il governo, colpevole a giudizio delle associazioni di non aver rispettato gli impegni presi. E’ gremita di persone la Borsa Merci, esauriti i posti a sedere e in tanti si accomodano sulla gradinata dell’ingresso o ai lati della grande sala. Non c’è la tensione dei primi tempi, in fondo la quasi totalità dei presenti è stata rimborsata dell’80%, ma brucia lo stesso la rinuncia – chissà se provvisoria – a un ulteriore traguardo che pareva a portata di mano, il traguardo del 95%.
Lo dice chiaro Pietro Ferrari, presidente provinciale della Federconsumatori. «Avrei voluto essere qui – esordisce – per dirvi di compilare i modelli per i rimborsi, ma purtroppo non è così. Mancano i decreti attuativi, manca la parola risarcimento nel Def, il rischio è che si debba ricominciare da capo». Spiega, Ferrari, gli ultimi accadimenti. Racconta delle riunioni a Roma, della promessa del premier Conte di portare in consiglio dei ministri l’accordo sull’ultima proposta dell’esecutivo, con limiti alla platea (reddito inferiore a 35 mila euro, beni mobili non superiori a centomila) pena i vincoli dell’Europa.
Ma il dibattito si infiamma quando a prendere la parola è Letizia Giorgianni, la pasionaria del comitato Vittime del Salvabanche. Lei non risparmia le parole, va giù dritta come un treno e il suo attacco al governo è violentissimo. «Una presa di giro, un patetico gioco delle parti: è ormai evidente a tutti che questi traccheggiano, questi cercano pretesti per non dare alcun risarcimento».
E davanti all’assemblea in fermento (c’è anche chi la contesta) snocciola i retroscena dell’incontro romano dell’8 aprile: «Eravamo 19 associazioni, in 17 abbiamo detto sì all’accordo che era il migliore possibile per non incorrere nel no del’Europa. E il governo cosa ha fatto? Si è attaccato all’opposizione di due associazioni, peraltro da sempre in contatto con i vicepremier, per dire che se non c’era unanimità, nulla sarebbe stato fatto. La realtà è che il governo cerca capri espiatori, ma il nemico non è in Europa, il nemico è qui».
Si scalda anche il sindaco Alessandro Ghinelli, «sto con voi ancora una volta», dice ricordando i passi compiuti da lui e dall’amministrazione nei primi mesi della vicenda, «senza dimenticare che solo il Comune di Arezzo, unico, ha chiesto di diventare parte civile nel processo Etruria, purtroppo non ammesso». Insiste il sindaco: «Dobbiamo battere il ferro adesso che siamo sotto elezioni e che è possibile aprire una finestra, dopo sarà troppo tardi. E io sono pronto a battagliare con voi a Roma davanti ai palazzi della politica, giusto andarci tutti insieme anche se non so onestamente se la protesta servirà a qualcosa».
Tecnico l’intervento di Maurizio D’Ettore, parlamentare di Forza Italia: «Il Def offre un quadro di riferimento, ma all’interno possiamo inserire altre norme. Sono a disposizione delle associazioni dei risparmiatori per costruirle insieme e presentarle. Posso garantire, pur essendo io all’opposizione, che la volontà del premier Conte era di provvedere ai risarcimenti, ma ancora qualcosa si può e si deve fare. Rimane quel miliardo e mezzo accantonato e ancora intonso, non lasciamo che resti congelato per essere poi speso al bisogno».
Fonte La Nazione
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