La casa è un problema sociale? Stando alle risposte soltanto per i Comuni di Pratovecchio Stia, Civitella della Chiana e Monte San Savino. “Solo questi – ricorda il Sunia di Arezzo – hanno risposto alla richiesta che abbiamo fatto insieme alla Cgil provinciale per esaminare la drammatica situazione della casa in questo territorio. Nessuna risposta da parte degli altri Comuni ma nemmeno, e soprattutto, dal Presidente di Arezzo Casa dopo un primo cenno di disponibilità mentre la Presidente del LODE, l’assessora e senatrice Tiziana Nisini, si è limitata ad inviare un funzionario”.
Un atteggiamento che ha indotto Sunia e Cgil a scrivere nuovamente a tutti.
“Siamo stupiti – sottolinea il Sunia – che il problema venga sottovalutato così palesemente. Le case popolari della nostra provincia sono poche e per la maggior parte in condizioni disastrose. Verificarlo è semplice: basta leggere i dati forniti dalla regione Toscana o anche solo fare un giro per le case popolari”.
L’assessore regionale segnala cifre consistenti investite per nuove abitazioni, per la manutenzione straordinaria ed anche per sostenere i morosi senza colpa. “Ma di queste risorse, nella nostra provincia – sottolinea il Sunia – non ne abbiamo viste molte. Ogni richiesta di manutenzione trova risposta negativa di Arezzo Casa e, per lo più, il silenzio dei comuni che, in base alla legge regionale, dovrebbero farsi carico di verificare i livelli di servizio garantiti dall’ente gestore.”
Dal disimpegno delle istituzioni discende che “dagli affitti viene stornata ai comuni una quota di circa il 10%, definito “canone concessorio” – ricorda il Sunia. Un importo di circa 360.000 euro annui mentre ci risulta che non avvenga in nessuna altra provincia della toscana. Agli assegnatari viene fatto pagare un importo mensile chiamato “gestione dei servizi” in netto contrasto con la legge regionale e con lo stesso contratto di servizio tra LODE e Arezzo Casa S.p.A. che prevedono che la voce sia compresa nel canone di affitto. Arezzo Casa S.p.A. interrogato su quali elementi casa la ritenuta si è chiuso in un mutismo che conferma quanto sopra. Nell’area fiorentina non sono previsti né il canone concessorio né il costo della gestione dei servizi. Anzi, è previsto, questa volta nel rispetto della legge regionale, che ogni comune paghi 25 euro al mese per ciascun alloggio per spese di amministrazione e manutenzione ordinaria. Ebbene si tratta delle stesse voci che, nella nostra provincia, sono poste a carico degli assegnatari”.
Di qui alcune valutazioni sul risultato che verrebbe applicando la normativa regionale come interpretata correttamente dai comuni fiorentini. L’abolizione del canone comporterebbe 360.000 euro annui che restano a disposizione per la manutenzione. Il contributo di 25 euro al mese per gli oltre 3.000 alloggi comporterebbe altri 900.000 euro per un totale di 1.260.000 euro annui. Ecco un contributo concreto alla manutenzione in linea con altre provincie della Toscana.
“Chiediamo – conclude Alessandro Mugnai, segretario Cgil – la revisione del contratto di servizio tra assegnatari e ente gestore, contratto che, come da legge regionale, va scritto dai proprietari, ma sentendo le organizzazioni rappresentative degli assegnatari. In generale pensiamo poi che quella della casa possa e debba finalmente diventare un tema sociale prioritario per solo per Cgil e Sunia, dato che lo è già, ma soprattutto per amministrazioni locali, Regione e Arezzo Casa”.
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