Domani la Messa davanti allo stabilimento: la celebrerà alle 15 il Vescovo di Arezzo, Monsignor Riccardo Fontana. Martedì prossimo l’incontro al Ministero dello sviluppo economico.
Ieri la visita della Befana che non poteva portare altro che carbone, visto che l’azienda sembra intenzionata a rinunciare alla sua vocazione “verde” e oggi assemblea. Un’agenda fitta, quella dei lavoratori della Fimer che, insieme a Fiom, Fim e Uilm, mantengono il presidio aperto il 31 dicembre.
“Siamo preoccupati e molto – commenta Alessandro Tracchi, Segretario provinciale della Fiom Cgil. Abbiamo appreso della richiesta di concordato dai media. L’azienda ce l’ha confermata solo il 5 gennaio. E lo ha fatto in modo asettico e burocratico, cioè senza nessun elemento che ci faccia sperare in una vera strategia industriale per lo stabilimento di Terranuova. E al silenzio della proprietà sta per aggiungersi quello della fabbrica: dalla prossima settimana le macchine si fermeranno”.
Fiom, Fim, Uilm e Rsu faticano a comprendere cosa stia accadendo alla Fimer: “il contesto generale di mercato – sottolinea Tracchi – non è buono ma ottimo. La strategia europea è quella della transizione verde e la Fimer è stata una delle prime aziende, in Italia e in Europa, ad imboccare questa strada. Il contesto aziendale è altrettanto buono: il portafoglio ordini è molto consistente. Vogliamo poi parlare della professionalità della maestranze Fimer e della qualità dell’indotto, cioè delle aziende che lavorano per Fimer e che fanno i semilavorati? Parliamo di 800 persone che sono un’eccellenza in questo settore. E’ veramente assurdo che un’azienda leader sia in questa situazione in presenza di un mercato in decisa crescita”.
Il silenzio angoscia lavoratori e sindacalisti. “Cambiano i manager, cambiano le strategie e la percezione è che non ci siano né rotte né bussole. Di concordato la Fimer non aveva nemmeno accennato nell’ultimo incontro in sede ministeriale. E a noi, il 5 gennaio, non ha spiegato le ragioni di questa scelta. Adesso chiederemo al Mise di sollecitare chiarezza da parte dell’azienda: esigiamo una strategia per la Fimer. Una visione di ripresa e di sviluppo che è dovuta ad 800 famiglie, molte piccole imprese e all’intero Valdarno”.
Una nota positiva è la capacità di reazione dei dipendenti e la solidarietà della comunità locale: “il presidio – conclude Tracchi – rimane aperto tutti i giorni ma in modo limitato per evitare assembramenti e per rispettare le normative anti Covid ma andremo avanti fino a quando sarà necessario. E la Messa che verrà celebrata domani è un’ulteriore testimonianza di come le persone e le istituzioni, sia civili che religiose, siano con noi per garantire un futuro alla Fimer”.
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