Il 7 marzo è stato sottoscritto un importante accordo sindacale difensivo, riguardante le attività commerciali, in questo momento sospese, nel tratto della E45. Come è noto, dal 17 gennaio al 13 febbraio, la strada è stata chiusa al traffico per i lavori di manutenzione e ripristino del viadotto Puleto, strada che poi dal 13 febbraio ad oggi, è stata riaperta, ma solo al traffico leggero.
Quindi vi sono tuttora grossi disagi per le attività commerciali, come sottolineato recentemente dalla stampa che, a causa di questa situazione, rischiano di chiudere o comunque di dover licenziare quasi tutto il personale.
Le imprese, compresa anche “Autogrill”, seguendo le direttive in vigore, prima di attivare lo strumento a favore dei lavoratori, hanno avuto l’obbligo di smaltire le ferie arretrate dei propri dipendenti. Fino al momento della stipula dell’accordo, di cui si è occupato Marco Bendoni di Filcams CGIL, infatti, sono stati mantenuti inalterati gli organici, utilizzando questa modalità, come da obbligo di legge.
Terminata questa parte, appunto tramite Filcams è stato attivato uno strumento difensivo, il FIS (Fondo di Integrazione Salariale), per evento transitorio e non imputabile alle imprese o ai dipendenti. Questo, ad oggi, ha permesso di salvare i posti di tutti lavoratori.
Su 21 dipendenti, tutte donne, interessate vi era un esubero pari a 5 full time effettivi, per un totale di 200 ore, che è stato, come riduzione, equamente ripartito tra i lavoratori, a partire dall’11 di marzo all’8 di settembre, per 26 settimane.
Si tratta di un accordo particolarmente importante perché, oltre a superare l’esubero di personale, permette di maturare tutti i ratei, quindi avendo una minor decurtazione dello stipendio complessivo delle lavoratrici, con anticipo mensile da parte dell’azienda.
Ovviamente, come Filcams CGIL, riteniamo indispensabile che i lavori di ripristino delle infrastrutture vengano svolti con la massima celerità. Questo, in particolare, perché lo strumento difensivo utilizzato, ha il limite evidente delle 26 settimane di durata: per scongiurare un possibile ritorno della discussione sugli esuberi, diventa necessario rimanere nei tempi.
Quindi dovrà essere nostra cura continuare le giuste pressioni sugli impegni statali, per il ritorno alla normale attività, nei tempi più rapidi possibili.
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