“Abbiamo raccolto 4.000 firme e tra queste c’è una “maggioranza trasversale” dei consiglieri comunali. Il gruppo del M5S ha anche accettato un incontro che si è tenuto in via Malpighi. E lo ringraziamo per questa disponibilità – commenta Fabio Buricchi, Segretario provinciale del Sunia. Adesso è il momento di arrivare ad una conclusione operativa che consenta la rimozione dell’amianto dalle case popolari”.
Il tema centrale rimane sempre quello del reperimento delle risorse: 450.000 euro necessari per eliminare l’amianto entro i tre anni indicati dalla ASL e cioè per il luglio 2019.
“Nel corso dell’incontro con il Movimento 5 Stelle – ricorda Buricchi – è emerso che Arezzo Casa SpA ogni anno versa al Comune di Arezzo, come canone concessorio, 124.367,76 euro. Questo canone era stato istituito per fronteggiare il mancato introito ICI a suo tempo versato ai Comuni soci dall’ex ATER. Il problema ICI è stato superato e il versamento ha lo stesso senso dell’accise che paghiamo sulla benzina per la guerra di Libia. Si tratta di soldi che escono dai canoni sempre più ridotti versati dagli assegnatari delle case popolari e che a queste dovrebbero tornare per la straordinaria manutenzione”.
Sunia e Comitato di via Malpighi chiedono quindi una seduta aperta del Consiglio comunale. “Siamo di fronte ad un obiettivo semplice in un contesto che diventa sempre più complicato. L’amianto da via Malpighi va rimosso e penso – sottolinea Buricchi – che nessuno sostenga la tesi del suo mantenimento. Poi, sul come fare, le cose si complicano con “rimbalzi” tra Arezzo Casa, Comune, Usl e Regione. Per questo riteniamo che una seduta aperta del Consiglio comunale possa rappresentare una sintesi istituzionale al termine della quale ognuno si assume la sua quota di responsabilità e si procede, finalmente, alla rimozione dell’amianto”.
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