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Banche più grandi, territori più soli?

Intervento di Alessandro Mugnai, Segretario provinciale Cgil Arezzo

L’operazione Intesa / Ubi pone molte domande. Una rimarrà a lungo senza risposta: quali riflessi avrà questa operazione finanziaria, destinata a generare la settima banca europea, sul sistema economico locale?  Ci vorrà tempo, qualora vada in porto, per comprendere quali attenzioni e quali cure avrà, in epoca di crisi, un gigante della finanza europea nei confronti dell’artigianato e delle piccole e medie imprese di questo territorio. Molte? Difficile. Poche? Probabili. Noi possiamo solo sottolineare che queste imprese rappresentano l’ossatura dell’economia aretina, che continuano ad essere in crisi e che il sostegno del credito è irrinunciabile.

Altra domanda e questa avrà risposta in tempi brevi: quali riflessi occupazionali per i dipendenti Ubi e Intesa sul territorio? Nella provincia di Arezzo, se sommiamo quelle dei due istituti, abbiamo circa 70  filiali che occupano complessivamente molte centinaia di lavoratori. C’è la possibilità che rimangano tutte? E quale futuro per i centri direzionali, ad iniziare da quello di via Calamandrei? Le esperienze di fusioni, unioni o acquisizione dimostrano il contrario. Ci sono rassicurazioni su possibili nuove assunzioni di giovani. Staremo a vedere ma è difficile non sentire in questi annunci l’inquietante odore della mossa mediatica.

In ogni caso la Cgil registra la novità Ubi Intesa, la decisione di CloudItalia Irideos di spostare 78 lavoratori da Arezzo a Firenze, la persistente crisi di molti settori. Probabilmente è il caso che le istituzioni locali e regionali assumano davvero quale priorità il futuro dell’economia e dell’occupazione in questo territorio.

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