Da giorni il paese sta dibattendo sul tema del “caro bollette”: un notevole aumento dei costi dell’energia che rischia di mettere in ginocchio non solo le famiglie italiane, ma anche tutta quella rete di microimprese che potrebbe veder diminuire sensibilmente la propria competitività sul mercato.
“Siamo di fronte ad aumenti del costo dell’energia tali da mettere in seria difficoltà tutta una rete di microimprese e non solo quelle cosiddette energivore – esordisce Pierluigi Marzocchi, Presidente della Consulta delle Categorie di Confartigianato – “Prendiamo ad esempio il settore benessere, se l’ultima bolletta del 2019, con i saloni pieni tutti i giorni, è stata di 646 euro, quella del 2021 di 1455 euro. Più del doppio e con le nostre attività che non lavorano a pieno regime, ma che anzi, sostengono anche costi ulteriori dovuti alle normative anti covid”, aggiunge Marzocchi.
La situazione sta diventando sempre più critica e complessa ed in attesa di precise misure da parte del Governo, tali imprese si trovano a fare i conti con un mercato sempre più competitivo : “Facciamo l’esempio di una piccola galvanica che oggi si trova in un mercato occupato anche da grandi gruppi. In questo caso – sottolinea Marzocchi – per far fronte all’aumento dei costi di produzione, non si può che agire sui prezzi, ma così facendo il rischio è quello di perdere competitività ed uscire definitivamente dal mercato”.
“Stiamo affrontando una crisi locale, ma che è frutto di dinamiche internazionali che non possiamo più ignorare”, sottolinea Marzocchi. “Abbiamo un tasso di inflazione energetica doppio rispetto agli altri maggiori paesi europei. Il gas europeo è salito del 407%, in più l’Italia, producendo il 47,7% dell’energia elettrica utilizzando gas, subisce il maggiore impatto, una tempesta perfetta che ricade su famiglie e imprese”, prosegue Marzocchi – “Al momento l’unica strada per agire sui costi dell’energia che mi sento di suggerire ai miei colleghi è quella di aderire al consorzio Multienergia. Trattando direttamente con i fornitori, riusciamo ad ottenere dei prezzi migliori, bollette chiare e rapporti trasparenti con i consorziati”, conclude Marzocchi.
Dello stesso tenore le parole della Presidente di Federconsumatori Arezzo, Chiara Rubbiani: “Le forze politiche, in maniera bipartisan, stanno chiedendo dei correttivi, anche tramite lo spostamento di bilancio, al Governo che, in precedenza è già intervenuto per contenere l’aumento dei prezzi dell’energia. Tale aumento è determinato da tutta una serie di problematiche sia congiunturali che strutturali – prosegue Rubbiani – “le prime sono legate alle tensioni geopolitiche nelle aree dell’Ucraina e dei paesi produttori, mi riferisco alla Russia, che è il nostro più grande fornitore di gas metano, fornendo il 40% del nostro fabbisogno energetico. D’altra parte c’è stata anche una corsa all’accaparramento di materie prima ad opera di quei paesi asiatici che sono riusciti a far ripartire prima le proprie economie. Tutto ciò ha determinato un aumento estremamente rilevante, si parla del 500%, sui prezzi spot nel mercato di scambio delle materie prime. Ciò, ovviamente, si ripercuote sia in maniera diretta che indiretta sulle famiglie: in primis perché, risentendo le imprese di tale congiuntura, esse vanno, giocoforza, ad aumentare i prezzi al dettaglio ed in più, assistiamo ad un impatto diretto sui budget familiari dato dall’aumento delle bollette. I dati di Arera parlano chiaro: per il primo trimestre del 2022 avremo un incremento del 55% dei costi delle bollette elettriche e del 41% di quelle del gas.” – prosegue Rubbiani.
Quali interventi potrebbe porre in essere il Governo per far fronte a questo preoccupante scenario?
“Il Governo è intervenuto in maniera congiunturale azzerando gli oneri di sistema, che incidono solitamente per circa un 20% sul prezzo complessivo della bolletta – commenta ancora Rubbiani – mentre la tassazione e, quindi l’Iva, è stata diminuita dal 10 al 5%. Questa è l’unica possibilità di correttivi che il Governo può prevedere, non potendo operare variazioni, invece, sui prezzi spot che hanno delle basi d’asta internazionali. Ciò rende necessario valutare, nel lungo periodo, un cambio di politica energetica mondiale, mentre il Governo Italiano sarà chiamato nei prossimi giorni a nuove iniezioni di liquidità per sterilizzare l’Iva, le accise e gli oneri di sistema.”
Quali sono gli interventi strutturali che il Governo può mettere in campo?
“Dovranno essere operate delle scelte importanti: rivedere il modello di tassazione, andando a valutare come esso incida sia sulle materie prime che sull’autotrazione ed i trasporti, rivalutare le ben 17 accise che gravano sui carburanti con le quali ad esempio viene ancora finanziata la guerra di Etiopia, inoltre è fondamentale rivedere quanto le tasse incidano sulla produzione di energia, ove l’Iva viene calcolata anche sugli oneri di sistema, nonostante una serie di sentenze contrarie a tale procedura! – commenta ancora Rubbiani – “Noi proponiamo un modello di approvigionamento diverso, capace di porre in essere politiche energetiche di lungo respiro. Mi spiego meglio: pensiamo a tutta una serie di forme di energia pulite, un sistema di produzione diffuso anche tramite la costituzione di cooperative o gruppi di acquisto del gas e dell’energia elettrica, inoltre esistono degli accumulatori efficienti, capaci di risolvere il problema dei picchi di energia tipici dell’utilizzo di pannelli solari, l’utilizzo dei quali consentirebbe una diversa politica di incentivi, che non vadano a gravare direttamente sul costo finale dell’energia. Dovremmo anche ripensare, infine, a tutta una serie di politiche di approvigionamento, aumentando la nostra produzione di gas naturale. In realtà l’Italia sarebbe ricca di tale combustibile, ma ne estraiamo una quantità non sufficiente. La soluzione potrebbe essere quella di operare in tal senso per poter coprire almeno il 10% del fabbisogno. Ovvio che, nell’immediato, per dare sollievo alle famiglie e alle imprese, deve essere prevista la possibilità di rateizzare le bollette, anche nel lungo periodo, senza che il consumatore diventi moroso.” termina Chiara Rubbiani.
(Fonte: ValdarnoPost)
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