Non è un congresso ordinario quello che si è aperto oggi pomeriggio all’hotel Minerva. “In poco tempo, con il Covid, è cambiata la percezione della salute e della vita. Si è aggiunta, in Ucraina, un’altra guerra alle molte e volutamente sconosciute che proseguono nel resto del mondo. Dalla guerra alla crisi energetica e da questa all’inflazione. Senza dimenticare la perdita del potere d’acquisto di salari e pensione, la povertà diffusa, la mancanza di lavoro. Infine un governo di destra che osserviamo senza pregiudiziali e che valutiamo sui fatti: la finanziaria non è stata un buon esordio e sono alte le nostre preoccupazioni sul mantenimento e lo sviluppo di servizi pubblici essenziali quali salute e scuola. Oggi più di ieri c’è bisogno di sindacato e quindi della Cgil”.
Alessandro Tracchi ha aperto oggi pomeriggio il congresso provinciale della Camera del lavoro di Arezzo. Un’organizzazione che conta 45.511 iscritti e che prosegue nella sua radicalizzazione nel territorio: ha 43 sedi distribuite nei vari comuni della provincia e quest’anno ne sono state aperte 3 nuove..
La fusione dei temi nazionali e locali è nei salari, nella precarietà, nel fisco. “Da anni – ha ricordato Tracchi – stiamo perdendo potere d’acquisto. I nostri sono tra i salari più bassi d’Europa, tanto che ormai si è poveri lavorando. Il mercato del lavoro e il pensiero liberista hanno individuato nella precarietà l’unica forma sostenibile del rapporto di lavoro: siamo precari sempre. In molte nostre aziende, anche importanti, sono sempre più gli occupati in somministrazione che i tempi indeterminati. Si è precari indipendentemente dal tutolo di studio e con effetti a valanga: discontinuità contributiva (vorrà dire pensione da fame), abbassamento della durata e del valore della disoccupazione, impossibilità di fare progetti di vita per l’inaccessibilità al credito. Quanto al fisco, siamo contrari alla flat tax che può far risparmiare 10 euro a chi ha un basso reddito ma che ne garantisce oltre 15mila a chi ne guadagna 80mila”.
Tracchi è stato estremamente chiaro sulla sanità: “questa deve rimanere pubblica. Lo dice la Costituzione e a tutti i cittadini deve essere garantito il diritto alla salute e alla cura. Solo il sistema pubblico può e deve farsi carico della salute di tutti i cittadini indipendentemente dal genere, dal reddito, da ogni diversa appartenenza. Privato e Terzo settore devono rimanere sussidiari”. Centralità pubblica anche nella scuola e nell’università: “non esiste il merito senza opportunità e e occorre tutelare una scuola e un’istruzione pubblica. Come può essere efficiente la scuola pubblica – si è chiesto Tracchi – se in questo settore, e in quello della sanità, si concentra il massimo livello di precariato?”.
Il Segretario della Cgil si è soffermato anche sui rapporti con Cisl e Uil: “confermo che non verrà mai meno la strategicità dell’unità del sindacato”. Ed ha confermato il valore della confederalità per la Cgil: “la confederazione rappresenta tutti, il ‘quadrato rosso’ (il logo della Cgil, ndr) è il condominio di vetro per tutti ma non esiste la confederazione senza le categorie, il sistema dei servizi e delle tutele individuali, le associazioni”.
foto: Pietro Ruffolo
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