“E’ il momento delle azioni concrete. La protesta non serve e per la giustizia bisognerà attendere. Oggi bisogna tutelare i risparmiatori e i dipendenti. La Cgil ha inviato nel pomeriggio una lettera a tutti i parlamentari eletti nei collegi aretini formulando una proposta concreta che è in grado di sostenere risparmiatori e dipendenti, senza dividere questi due “corpi sociali” che spesso finiscono per sovrapporsi”. Alessandro Mugnai ha illustrato oggi pomeriggio la proposta della Cgil. Lo ha fatto insieme a Claudio Viti, Segretario della Fisac e a tre rappresentanti Cgil in seno alla Rsa di Banca Etruria: Federico Marcantoni, Riccardo Fois e Maria Agueci.
Il perno del ragionamento Cgil – come ha evidenziato Marcantoni – è la valutazione delle sofferenze: “questa è estremamente ridotta rispetto alle prospettive di recupero, 1,5 miliardi su 8,5 miliardi di valore nominale, pari al 17,65%. La nostra proposta è di incrementare questa percentuale tra gli 8 e i 12 punti. E comunque per un valore almeno pari a quello nominale delle obbligazioni subordinate alle quali non verrebbe più assicurato il pagamento delle cedole periodiche e il regolare ammortamento alla scadenza dei titoli”.
Altra proposta: “una gestione della Bad Bank da parte del personale delle nuove banche con un numero adeguato di addetti determinato in base ai valori dei migliori operatori del Mercato (gestione ottimale del portafoglio assegnato con un numero massimo di 150/250 pratiche a seconda della complessità delle stesse)”.
La Cgil chiede che non venga ceduta “a soggetti terzi la titolarità dei crediti a sofferenza (anche al fine di mantenere i livelli occupazionale) e beneficiare delle sicure plusvalenze rispetto alle attuali valutazioni. Gli eventuali utili della vecchia banca gestore delle sofferenze, maturati in virtù dei maggiori recuperi di somme rispetto ai valori di libro (valore nominale delle sofferenze al netto degli accantonamenti e delle spese legali sostenute), sono da destinare, in toto od in una percentuale significativa, all’ammortamento dei prestiti obbligazionari subordinati che resterebbero in capo alla vecchia banca”.
Questa soluzione “permetterebbe il mantenimento di posti di lavoro, con occupazione anche del personale delle nuove banche. Diversamente, le nuove banche si troveranno a gestire, ad avvenuta cessione delle sofferenze ad un nuovo soggetto, importanti esuberi di personale; si pensi ad esempio a quanti sono gli addetti attualmente occupati nelle sedi centrali dei nuovi gruppi, 25% – 30% del totale dei lavoratori”.
La Cgil ricorda infine che sia Banca Etruria che Banca Marche, Cariferrara e Carichieti “sono oggetto di continui deflussi di capitali e chiusura di rapporti da parte dei sottoscrittori delle obbligazioni subordinate e degli azionisti” e si domanda se può escludere “un effetto domino nel sistema bancario qualora si confermi la svalutazione integrale del valore delle obbligazioni subordinate”. Da notare che si parla di 76 miliardi di obbligazioni subordinate emesse dal sistema bancario e tuttora circolanti.
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