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Cgil, Cisl, Uil: un nuovo modello di politiche sanitarie e sociali

Basato su prevenzione e presa in carico integrale: presentata stamani la piattaforma messa a punto dai sindacati confederali e pensionati di Cgil, Cisl e Uil

russo_tracchi_farinelliPrevenzione e presa in carico integrale: questi i binari – secondo Cgil, Cisl e Uil – sui quali devono muoversi le politiche socio sanitarie sul territorio. “Vogliamo un nuovo modello di relazioni sindacali con istituzioni ed enti locali. Oggi non basta più condividere una piattaforma. Bisogna agire e bisogna farlo subito perché il Covid ha reso ancora più evidenti tutti i problemi”.

Stamani i Segretari confederali Alessandro Tracchi, Silvia Russo e Cesare Farinelli e quelli dei sindacati pensionati Spi, Fnp e Uilpensionati, Giancarlo Gambineri, Enzo Fossati e lo stesso Cesare Farinelli hanno presentato la piattaforma territoriale. “Rivendichiamo un sistema salute in cui la trasparenza, la facilità di accesso alle informazioni e alle cure siano il tratto essenziale. Occorre cambiare cultura: il sistema socio-sanitario dovrebbe offrire al cittadino ciò di cui ha necessità anticipando il bisogno”.

I sindacati sostengono che la medicina territoriale deve essere meglio ri-organizzata, “rendendo fluido  il rapporto ospedale-territorio e non restando come una somma di attività spesso sconnesse tra loro (Distretto, Casa della salute, RSA, famiglia, MMGG (medici di medicina generale), pediatri di libera scelta, continuità assistenziale), intendendo il tutto come un sistema”.

I MMG sono un fondamentale punto di snodo affinché si possa rifondare completamente il sistema delle cure territoriali. “Oggi se una persona ha la fortuna di avere un medico  di famiglia che sceglie di lavorare in una casa della salute (domani di comunità) – sottolineano i sindacati confederali –  ha un servizio di qualità che lo pone in connessione con i percorsi di presa in carico. Se invece ha un medico che non aderisce a nessun progetto regionale nella maggior parte dei casi non ha la possibilità di cambiarlo e si ritroverà con una sanità gravemente incompleta”.

I Segretari sindacali si sono soffermati sui percorsi in entrata e in uscita dall’ospedale: “comprendiamo il valore economico delle dimissioni rapide, quando non addirittura precoci, ma non a carico dei pazienti e della rete familiare oltretutto sovraccaricando il sistema con forme di burocrazia anacronistiche”. Anche la salute mentale ha bisogno di risposte nuove: “riteniamo oramai ineludibile che la risposta sia pubblica e diffusa, coerente e integrata tra i servizi sanitari e socio-sanitari”. I sindacati chiedono di attivare negli Ospedali di prossimità anche posti letto di cure intermedie o ospedali di comunità utili sia per chi è dimesso dall’ospedale come periodo transitorio prima del rientro al proprio domicilio ma anche per risolvere delle questioni di carattere sanitario che non hanno bisogno di risposte a carattere ospedaliero e che non possono trovare soluzioni al proprio domicilio.

I Segretari di Cgil, Cisl, Uil e Spi Cgil, Fnp Cisl, Uilpensionati hanno infine evidenziato 6 priorità.

1         Consultori, contrasto alla violenza di genere, medicina di genere: rilanciare i servizi consultoriali è fondamentale quale strumento di presa in carico globale della salute materna ed infantile. Deve essere valorizzata finanziata ed estesa a tutto il territorio toscano la rete Codice Rosa e le reti antiviolenza zonali con servizi multidisciplinari e di accoglienza strutturati in una rete integrata tra pubblico,volontariato,privato sociale.

2         Disagio giovanile, dipendenze, salute mentale: è necessario un supporto pubblico su ogni tipo di dipendenza e un progetto forte di prevenzione e recupero che coinvolga ogni istituzione locale. Tutto il tema dell’alta integrazione per la disabilità, le dipendenze e la salute mentale deve essere garantito anche nei luoghi più distanti dal capoluogo. E’ indispensabile un incremento delle Residenze Diurne soprattutto per soggetti ad elevato bisogno di assistenza per alleviare la famiglia (Alzheimer, disabilità, anziani non autosufficienti) ed evitare il ricovero in RSA che vanno utilizzate per quelle situazioni non gestibili a domicilio.

3         Lotta alla poverta’ e alle diseguaglianze: attivare sussidi finalizzati a specifici progetti che abbiano poi una ricaduta concreta da spendere per migliorare e uscire dalla povertà. L’attività di presa in carico delle “nuove povertà” dovranno essere coordinate (azioni comunali, regionali, nazionali) per non disperdere risorse e dare risposte coordinate ed efficaci.

4         Rete ospedaliera: maggiore sinergia con le Aziende Universitarie ospedaliere, posti letto di cure intermedie e/o ospedali di comunità utili sia per chi è dimesso dall’ospedale come periodo transitorio; ri-programmazione della emergenza-urgenza e unità operative specialistiche garantendo la piena sicurezza del paziente in tutti gli osperdali della provincia.

5         Liste di attesa prestazioni diagnostiche: applicare la formula del “chi prescrive prenota”. Il cittadino ha il diritto che il proprio MMGG o specialista di riferimento definisca il livello di urgenza oltre che all’immediato inserimento della visita nel sistema informatico affinché non inizi il “pellegrinaggio” (a volte fisico, a volte virtuale) tra cup, farmacie e medici.

6         Non autosufficienza e terzo settore: costruire forme nuove pubbliche e integrate tra pubblico e privato che possano dignitosamente garantire aiuto e assistenza alle persone che invecchiando perdono autonomia. E’ necessario un nuovo modello di Rsa, su forme diverse di co-abitazione sociale con assistenza secondo necessità, su forme maggiormente personalizzate e accessibili di supporto domiciliare, su modalità diverse  nell’ingaggio e nella formazione degli assistenti familiari, che tuteli le famiglie e i lavoratori

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