“Serve un impegno comune per riportare Arezzo a quell’eccellenza sanitaria che aveva nel passato. La politica ha un compito importante: monitorare e incidere affinché siano date ai cittadini risposte sanitarie all’ altezza. Un monitoraggio che deve essere costante e non legato ad esigenze elettorali”.
Chiara Rubbiani, Presidente di Federconsumatori Arezzo, inizia il ragionamento dal pronto soccorso del San Donato e lo conclude con il complesso della sanità provinciale.
“Possiamo dire che quello dell’ospedale aretino non è solo il maggior pronto soccorso della provincia ma rischia di essere l’unico. Su di esso si sommano due problemi: una gravissima carenza di personale e un ritorno degli accessi agli alti numeri del periodo pre Covid. Questa situazione determina un crescente disagio per la popolazione e per gli stessi operatori”.
Le soluzioni provvisorie non piacciono a Federconsumatori: “sono rese possibili dal senso del dovere e dall’eticità del personale: medici, personale sanitario, dirigenti di reparto, che hanno messo a disposizione le loro competenze con encomiabile spirito di servizio per garantire il funzionamento e dare risposte qualificate all’ utenza”.
I temi reali sono la carenza di personale e il ruolo del San Donato nel sistema sanitario regionale: “la carenza di organico è stata più volte denunciata negli anni dalle sigle sindacali e dalla società civile. Non è possibile affrontare l’emergenza solo con misure tampone. Occorre, proprio perché siamo ancora in piena crisi pandemica, che gli organi preposti mettano mano ad una seria riorganizzazione e ad una programmazione dettagliata che riporti la sanità aretina e i plessi ospedalieri del territorio ai livelli di eccellenza ai quali i cittadini erano abituati. Il regime d’ emergenza che ancora persiste, non può assorbire tutte le risorse e inibire una seria programmazione. Sarebbe sintomo di scarsa lungimiranza oppure di scelte strategiche sbagliate e penalizzanti per tutti gli aretini ed alle quali ci opporremo con ostinazione”.
Chiara Rubbiani ricorda che “le patologie “non vanno in vacanza” né si fermano e non vorremmo che tra poco si evidenziassero ulteriori carenze nei reparti gestite con misure tampone (il ricorso al privato ad esempio?) né vorremmo che si finisse per depotenziare le specialistiche d’eccellenza che il nostro. territorio esprime”. La preoccupazione di Federconsumatori? “Speriamo sia infondata ma vediamo la possibile esistenza di un progetto di depotenziamento della sanità aretina a favore dell’azienda universitaria, che va certamente riorganizzata e potenziata ma non a scapito della nostra sanità. I meccanismi per giustificare le chiusure e spostare le specialistiche da altra parte e le prestazioni sul privato, sono noti. Basta non programmare, non essere attrattivi, non innovare e costringere gli utenti a scelte obbligate. Per questo rivolgiamo un appello alla politica tutta, quella di governo e di opposizione perché non servono proposte aleatorie o palliativi fuorvianti”.
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