La Federconsumatori di Arezzo ha inviato stamani tre lettere: al Presidente della Repubblica Mattarella; a quello del Consiglio, Gentiloni e al Ministro dell’economia e delle Finanze, Padoan.
“In esse – annuncia il Presidente di Federconsumatori, Pietro Ferrari – segnaliamo la situazione di disparità in cui verrebbero a trovarsi i risparmiatori di Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, Banca Marche, CariChieti, CariFerrara. A prescindere dal fatto che la normativa sugli arbitrati, che il Governo doveva emanare entro il 30 Giugno non è ancora stata varata, fra i requisiti richiesti per poter presentare la richiesta di rimborso ce ne sono due che pongono intere famiglie in condizioni di disparità rispetto ad altre in analoga condizione. I requisiti previsti dalla norma a cui ci riferiamo sono l’aver acquistato l’Obbligazione Subordinata in un rapporto negoziale diretto con la Banca e possedere il titolo nel proprio portafoglio alla data di risoluzione della Banca e cioè il 22 novembre 2015”
Federconsumatori ricorda che questi requisiti, anche se formalmente corretti poiché introdotti con l’intento di non rimborsare coloro che avendo acquistato il titolo sul mercato secondario potevano aver agito con intento speculativo, se applicati alle cessioni avvenute all’interno di una famiglia, creano disparità di trattamento ed iniquità.
“Tra i risparmiatori che noi assistiamo – sottolinea Ferrari – ci sono infatti alcuni casi dove l’obbligazione subordinata è stata acquistata dai figli ed è stata donata ai genitori, ovvero è stata acquistata dai genitori e donata ai figli, od ancora, acquistata da uno dei due coniugi e donata all’altro. In questi casi colui che ha il requisito di aver acquistato il titolo in un rapporto negoziale diretto con la Banca non può presentare istanza perché non ha quello di possederlo alla data di risoluzione in quanto l’ha ceduto ad un familiare. Chi invece ha il requisito del possesso del titolo alla data del 22 Novembre 2015 non ha quello di averlo acquistato in un rapporto negoziale diretto poiché è il familiare che glielo ha donato, ad averlo acquistato. Sia nell’un caso che nell’altro non sussiste nemmeno la possibilità di adire le vie legali per ottenere il risarcimento poiché per decreto, le Nuove Banche nate dalla risoluzione delle vecchie, sono inattaccabili“.
Nella sua lettera ai vertici istituzionali del Paese, Federconsumatori evidenzia che “siamo ormai alla scadenza del termine massimo per la presentazione delle istanze di rimborso ed ancora non è dato sapere se questi ed altri casi rimasti in sospeso, potranno essere presi in considerazione con gli arbitrati, le cui norme devono essere celermente varate. Anche per questi motivi diventa ineludibile che venga concessa una proroga dei termini di scadenza per la presentazione delle Istanze di rimborso“.
Ferrari entra poi nel merito della vicenda Monte dei Paschi: “finalmente un provvedimento del Governo che applica l’articolo 47 della Costituzione Italiana sulla tutela il risparmio. Si pone però a questo punto un problema di equità e giustizia. In uno Stato di diritto tutti i cittadini devono godere di pari opportunità e di pari diritti. Per questo, a tutti gli obbligazionisti delle quattro Banche in risoluzione chiediamo che nella sostanza, venga riconosciuta la stessa salvaguardia e gli stessi diritti riconosciuti agli obbligazionisti subordinati di altre banche in crisi a partire dalle soluzioni individuate per quelli di Monte Paschi di Siena. A nostro avviso – conclude Ferrari – si rende necessario un nuovo intervento legislativo che correggendo gli effetti del decreto del 22 Novembre 2015, modifichi, corregga o integri quanto previsto dalle norme vigenti in materia di rimborsi forfettari o di arbitrato per gli obbligazionisti subordinati delle quattro Banche in risoluzione in modo da parificare nella sostanza per tutti i risparmiatori, gli stessi trattamenti previsti dal Governo con il provvedimento del 22 dicembre”.
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