Per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici “da Federmeccanica a oggi non è arrivato nessun segnale: non c’è alcun tavolo di trattativa, il negoziato è di fatto bloccato ormai da un mese e un mezzo”. Lo ha confermato la scorsa settimana il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, in un’intervista a RadioArticolo1, nel
giorno dello sciopero delle tute blu di Lucca, Aosta, Latina e La Spezia, con gli stop delle prossime settimane già in programma. L’intervista (che si può riascoltare in podcast sul sito di Radio Articolo 1:
http://www.radioarticolo1.it/audio/2016/07/22/29070/contratto-metalmeccanici-la-lotta-non-va-in-ferie-interviene-maurizio-landini-fiom-cgil)
è stata rilanciata sul sito di Rassegna che ne propone una sintesi:
http://www.rassegna.it/articoli/la-lotta-dei-metalmeccanici-non-va-in-vacanza
“I lavoratori vanno in ferie senza il contratto nazionale – ha detto tra le alte cose Landini -: a settembre dovremo decidere cosa mettere in campo perché non può rimanere questo un problema dei solo metalmeccanici, è una questione nazionale che riguarda la qualità del sistema industriale del paese e anche il sistema di relazioni”. Non
fare il contratto nazionale, infatti, “non è semplicemente conseguenza della crisi: vogliono cambiare le regole del gioco, di fatto superare l’esistenza del Ccnl e introdurre rapporti di lavoro regolati azienda per azienda, con diversità di condizioni tra i lavoratori che fanno lo
stesso lavoro”.Questa settimana, mercoledì 27 luglio, è prevista un’altra riunione tra le segreterie di Fiom, Fim e Uilm. “E’ ormai chiaro che dovremmo impostare da adesso la nostra azione nel mese di settembre e ottobre, per arrivare rapidamente all’accordo. A questo punto non si può escludere nulla, anche in termini di iniziative di mobilitazione
generale”, ha detto Landini a Radio Articolo 1. La battaglia dei metalmeccanici si lega poi a quelle delle altre categorie ancora senza contratto. Così Landini: “L’attivo unitario di Cgil, Cisl e Uil ha posto questo problema: forse c’è ancora qualche timidezza anche tra le organizzazioni sindacali, ma ormai il rischio del superamento del
contratto nazionale è una questione all’ordine del giorno, non solo nel privato ma anche nel pubblico. Si pensi che il governo, ovvero una parte datoriale, sono 8 anni che non rinnova i contratti per i settori pubblici: oggettivamente siamo di fronte al pericolo che il contratto nazionale venga superato di fatto, nel senso che non esiste più perché
non fornisce alcuna tutela. Per questo – a suo avviso – a settembre si dovrà pensare anche a momenti di protesta che unifichino tutti i lavoratori e le categorie”.
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