Arezzo – Anche i ballottaggi sono archiviati, quindi Arezzo ed i guai della Banca cittadina non sono più utilizzabili a fini elettorali. Ora ci aspettiamo che lor signori i politici: nazionali, regionali o locali che siano, provino ad occuparsi concretamente e non solo a parole di noi con la serietà che un dramma sociale di queste proporzioni richiede.
Fra pochi giorni arriverà un compratore, quasi sicuramente straniero, che vorremmo si approcciasse a questo territorio, alla sua banca e ai suoi dipendenti, con occhi e soprattutto orecchie sgombri dalle tante strumentalizzazioni di cui, fin dall’inizio, siamo stati oggetto.
Tramite noi e le altre 3 banche compagne di sventura in quel tragico 22 novembre, la politica ha già dimostrato che il tanto famigerato bail-in non è, alla luce dei fatti, ulteriormente praticabile.
Dopo di noi, per salvare BPVI e Veneto Banca si sono dovuti inventare il Fondo Atlante, dopo di noi anche l’intervento del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, per il recente salvataggio di Cassa di Risparmio di Cesena, Cassa San Miniato e Cassa di Risparmio di Rimini, è miracolosamente tornato a non essere “aiuto di Stato”.
Con il tanto atteso acquirente i Sindacati aziendali di Nuova Banca Etruria Spa non potranno confrontarsi se non a processo di vendita già concluso.
Chiediamo che chi ha voce in capitolo rappresenti la nostra situazione per quella che veramente è, e non solo per come è stato conveniente farla apparire.
Ricordiamo che Nuova Banca Etruria Spa, al fine di ridurre il costo del lavoro, ha già utilizzato ampiamente il fondo esuberi di settore, totalmente autofinanziato. Inoltre, i dipendenti hanno età ed inquadramenti molto bassi, a fronte di una professionalità universalmente riconosciuta, che ha consentito di mantenere, nonostante tutto, un importante e corretto rapporto di fiducia con la clientela.
La territorialità, da non confondere con la mera aretinità, è un valore da coltivare ed alimentare a beneficio delle economie locali.
Tutto questo passa necessariamente per il mantenimento del Centro Direzionale di via Calamandrei e per il rafforzamento della rete commerciale, attualmente sottodimensionata rispetto alle esigenze.
Visto che i lavoratori di Nuova Banca Etruria hanno già dimostrato grande responsabilità accollandosi enormi sacrifici, sia economici che professionali, per la sopravvivenza della Banca, ci aspettiamo che i politici, TUTTI, dimostrino altrettanta responsabilità, facendosi finalmente carico della positiva soluzione della vicenda.
Noi i compiti a casa li abbiamo già fatti….ora tocca alla Politica!!!
Responsabili Sindacali Aziendali
Elisa Artusio – First Cisl
Maria Agueci – Fisac Cgil
Giovanni Dell’Aquila – Uilca
Giovanni Lorito – Fabi
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