Siamo preoccupati per questo duro colpo al sistema cooperativo della nostra provincia. Nonostante le numerose vertenze che in questi anni ci hanno visti contrapposti ad Agorà, questo non è il momento dei giudizi. Sarà compito della magistratura accertare i fatti e determinare la verità. Quello che adesso ci preme è stare vicini ai lavoratori, disorientati per quello che sta succedendo. I lavoratori sono un patrimonio importante del sistema dell’assistenza alla persona a cui il nostro territorio non può fare a meno. Superato il sistema oligarchico, i lavoratori potrebbero addirittura continuare a dar vita al sistema Agorà, in quanto molti di loro sono soci della cooperativa. Chiaramente se gli addebiti fossero totalmente riscontrati, ci sarebbe bisogno della partecipazione di tutti, affinché il patrimonio umano e immobiliare diventi garanzia di continuità assistenziale da un lato e lavorativa dall’altro. Chiediamo pertanto nel pieno ruolo della CGIL, non solo delle singola categoria Funzione Pubblica, che il sistema istituzionale apra immediatamente un confronto serio, per dare garanzia occupazionale. Un’attenzione particolare andrà poi prestata in quei casi in cui la cooperativa sta effettuando opere di adeguamento delle strutture, affinché non si disperdano in questo frattempo gli ospiti delle varie strutture e i relativi operatori. Quello che ci aspetta è un percorso difficile, ma non dobbiamo farci prendere dalla frenesia e pensare che tutto il sistema Agorà sia da buttare, nella consapevolezza dell’assoluto valore che questi soci lavoratori hanno nella cura dei nostri anziani e dei disabili. Questo deve essere considerato l’obbiettivo della nostra comunità. Salvare ogni singolo posto di lavoro sarà il nostro compito. Noi siamo pronti a fare la nostra parte.
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