“La visione degli anziani segue le mode – commenta il Segretario provinciale dello Spi Cgil, Giancarlo Gambineri. Una volta eravamo saggi e rispettati, poi arzilli e dinamici, quindi emarginati e poveri, adesso vittime di strage. Così non funziona. E’ evidente che la nostra società invecchia non guardandosi allo specchio“.
Lo Spi Cgil chiede subito alcune azioni: “nessuno pensi di poter tenere reclusi gli anziani. E’ un meccanismo perverso che colpisce ancora di più che è solo e forse anche povero. Ci sono anziani che vivono in famiglia e che, magari faticosamente, si occupano dei nipoti ma molti anziani vivono da soli, senza figli o con figli lontani. Qualcuno ha idea di cosa vuol dire rimanere assolutamente soli per mesi, avendo difficoltà ad uscire per fare le spese, comprare le medicine, mettersi in contatto con i medici? Si può essere soli in molti modi ma questo è il peggiore ed è una pena che i nostri vecchi non meritano“.
Lo Spi chiede quindi sostegni economici e psicologici oggi e, domani, la fortissima alimentazione del fondo per la non autosufficienza, progetti di assistenza domiciliare che evitino solitudine e abbandono e, soprattutto, nuove politiche sanitarie e di sicurezza sociale.
“Non basta raccontare le storie degli anziani e strappare una lacrima d’ordinanza – conclude Gambineri. Gli anziani sono persone serie che hanno bisogno di risposte serie. Il sospetto che la comprensione di oggi sia la disattenzione di ieri e la dimenticanza di domani è fortissimo. Quindi lo Stato, la Regione, l’Asl e i Comuni mettano la condizione di vita e di sofferenza degli anziani in cima alle loro priorità. Nel rispetto di chi è morto e nella cura di chi è sopravvissuto“.
Comments are closed here.