I rimborsi non arrivano e i risparmiatori ex Banca Etruria scendono ancora una volta in piazza. Per sabato 6 aprile Federconsumatori ha organizzato un presidio davanti alla prefettura di Arezzo – in contemporanea con analoghe iniziative che si terranno a Vicenza, Treviso, Ancona, Ferrara e Udine, città colpite dai crac bancari – e poi una delegazione chiederà di essere ricevuta dal prefetto Anna Palombi.
Venerdì 12, alla Borsa Merci di Arezzo, associazioni dei risparmiatori di tutta Italia, istituzioni e parlamentari si confronteranno sul tema “caldo” di questi mesi: quel miliardo e mezzo di indennizzi che il Governo Conte ha promesso agli ex obbligazionisti subordinati e agli azionisti delle banche finite in risoluzione ma che ancora non arriva visto che manca il placet sul decreto attuativo.
In questi giorni i vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio sono andati in pressing sul ministro dell’Economia Giovanni Tria, chiedendo che il via libera a quei tanto attesi decreti arrivi nel più breve tempo possibile.
“Basta con le rassicurazioni e i continui rinvii”, la presa di posizione del presidente di Federconsumatori nazionale, Emilio Viafora “è giunto il momento di varare il fondo di ristoro, stando però ben attenti a disporre misure che non vadano in contrasto con le disposizioni dell’Europa in materia”.
Pietro Ferrari, che della Federconsumatori di Arezzo è presidente, sabato 6 parteciperà al presidio a Poggio del sole, un’iniziativa per riaccendere i riflettori su una vicenda, quella dei rimborsi ai risparmiatori della banche finite in default, che da più di un mese attende risposte.
Al 14 febbraio risale infatti l’ultimo confronto – si tenne al Ministero dell’Economia – tra le associazioni e i rappresentanti del Governo, i sottosegretari Villarosa e Bitonci. Ai gruppi dei risparmiatori furono illustrati i dieci articoli della bozza del decreto e gli stessi furono invitati a spedire al MEF eventuali suggerimenti. “Ma da quel giorno” ripetono sia Pietro Ferrari che Letizia Giorgianni, presidente delle vittime del Salvabanche, “non ne abbiamo saputo più niente”.
“Tutto tace” puntualizza Giorgianni. “A questo punto crediamo che sia meglio che il provvedimento si uniformi a quelle che sono le indicazioni che arrivano dall’Unione europea, piuttosto che allungare ancora i tempi dei rimborsi. Non facciamo slittare tutto al 2020. Chiediamo solo che sia fatta chiarezza, che non siano dimenticate delle false speranze, che non ci siano ancora dichiarazioni contrastanti che finiscono con lo spiazzarci”.
Il provvedimento del Governo prevede rimborsi – tetto massimo di centomila euro – agli ex obbligazionisti subordinati (fino a una percentuale massima del 95%) e, per la prima volta agli ex azionisti fino al 30% di quanto investito.
Fonte Corriere di Arezzo
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