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Il 29 novembre le lavoratrici e i lavoratori della Sanità scioperano!

28 novembre 2024

È dalla pandemia che ci si interroga sulla crisi del mondo del lavoro che ha fatto emergere l’insoddisfazione economica, l’impossibilità di tenere in equilibrio impiego e vita privata, il clima scadente che si respira al lavoro, la difficoltà ad accedere a percorsi di carriera soddisfacenti e la scarsa flessibilità degli orari e dei luoghi.

Le ragioni del malessere sono ancora tutte lì, senza risposte.

Il sindacato non può che cercare di offrire soluzioni attraverso i contratti di lavoro, ma se le istanze non vengono neanche parzialmente accolte dalla controparte, non resta che la protesta.

Non siamo disposti ad accettare un rinnovo contrattuale che non offra salari dignitosi: con l’inflazione schizzata al 16,5% non è accettabile un aumento dei salari del 5,78%, parte del quale già anticipato con l’indennità di vacanza contrattuale. 

È un fatto inedito, visto che i precedenti contratti sono stati sempre superiori all’inflazione. Qui si parla di -10%!! 

Poche le concessioni come sullo sblocco del salario accessorio.

Tutto fermo anche su smart working ed aumento economico dei buoni pasto.

Questo governo non ha risposte per chi chiede la valorizzazione del proprio lavoro, perché non ci sono risorse per incarichi, progressioni ed ordinamento professionale. 

Tra le varie storture della legge di bilancio troviamo confermato lo strumento delle prestazioni aggiuntive per il personale sanitario, istituto ormai utilizzato sempre di più per far fronte alle carenze di organico. Non si può assumere, ma si possono pagare, per altro detassandole, ore di lavoro suppletive a chi ha ferie da smaltire e ore lavorate in più. Le prestazioni aggiuntive generano dumping tra lavoratrici e lavoratori inaccettabile, sancendo anche un assunto pericoloso: se vuoi guadagnare di più, devi lavorare di più. 

Questo quadro risulta ancora più inaccettabile se si pensa che il governo parla di rendere disponibili le risorse per i prossimi due contratti. Ma il pane non si compra con i “pagherò”.

Non è di questo che ha bisogno la pubblica amministrazione, ma di più assunzioni! Più medici, infermieri, professionisti della sanità, assistenti delle scuole dell’infanzia, assistenti sociali e funzionari degli enti locali e addetti alla sicurezza: dalla polizia di Stato a quella penitenziaria.

Con il blocco del turn over al 75%, da qui al 2030, avremo oltre un milione di lavoratori e lavoratrici in uscita. 

Di fronte a tutto questo c’è chi si arrende e chi lotta! La FP CGIL di Arezzo, insieme a tutta la Confederazione e alla UIL, sarà a Firenze il 29 novembre ed esorta tutti i lavoratori e le lavoratrici allo sciopero.

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