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“Il buon lavoro contro la contraffazione”

Convegno di Cgil e Istituto Isis a San Giovanni il 22 marzo

Il tema del contrasto all’illegalità è costantemente nell’agenda della Cgil. E il 22 marzo lo sarà grazie ad un convegno organizzato dalla confederazione e dalla Filctem Cgil in collaborazione con l’istituto Isis di San Giovanni. Appuntamento alle ore 10 presso la sede dell’istituto professionale Marconi in via Trieste a San Giovanni. Tema: “il buon lavoro contro la contraffazione”. Interverranno parlamentari, rappresentanti della scuola e dell’Università, dirigenti dei sindacati e delle categorie economiche.

I saluti introduttivi saranno del dirigente scolastico Lorenzo Pierazzi e del dirigente provinciale Filctem, Gabriele Innocenti. Seguiranno gli interventi di Riccardo De Pol, della Valentino Spa (“La sostenibilità del sistema moda”), Aldo Cappetti, Presidente Federmoda Cna (“Redistribuire la ricchezza nella filiera e nei territori di produzione”), un rappresentante della Guardia di Finanza, l’onorevole Marco Donati, della Commissione d’inchiesta su pirateria e contraffazione; Franco Baccani, Presidente osservatorio contraffazione della Camera di commercio di Firenze (“La contraffazione in Toscana”). Le conclusioni della prima parte della giornata saranno di Gianna Fracassi, della Segreteria nazionale Cgil mentre la sessione sarà presieduta da Marisa Grilli, Segretaria provinciale Filctem Cgil. Il convegno si concluderà con una tavola rotonda alla quale parteciperanno Emilio Miceli, Segretario nazionale Filctem; Patrizia Macchione, Responsabile area vigilanza DTL Arezzo e Franco Baccani. Il confronto sarà moderato da Veronica Redini, docente di antropologia presso le Università di Firenze, Modena e Reggio Emilia.

“L’illegalità sta diventando una vera e propria emergenza – commenta Gabriele Innocenti. Capace, se non interverranno soluzioni, di compromettere il futuro economico del Valdarno. Il problema si sta diffondendo, in modo particolare, nel settore della moda. Quindi calzature e confezioni. Il perno del meccanismo è quello dell’esternalizzazione di intere fasi di lavorazione. Da questo punto di vista non registriamo nulla di nuovo ma una diversa fase dello stesso ciclo. Negli anni Novanta assistemmo alla delocalizzazione verso i paesi dell’Europa dell’est. Poi ci fu una nuova reinternalizzazione. Adesso la crisi sta creando un nuovo ciclo ma dai contorni molti più pericolosi che nel passato quando le imprese potevano creare un’azienda satellite sul nostro territorio per svolgere alcune fasi”.

Le grandi griffe applicano tariffe sempre più basse. Alcune imprese, pur di conservare le commesse, si affidano a soggetti terzi.

“Sono ormai diffusi laboratori, spesso gestiti da lavoratori e imprenditori di origine straniera, nei quali contratti, salari regolari, sicurezza nel lavoro sono spesso sconosciuti – commenta Alessandro Mugnai, Segretario provinciale Cgil. Le imprese committenti dichiarano di affidare le commesse ad imprese regolari. E, ovviamente, non potrebbe essere altrimenti. Ma, a questo punto, sono necessari maggior controlli anche da parte degli organismi istituzionali e ispettivi. Sono in gioco il rispetto dei diritti dei lavoratori, la tutela della salute, la garanzia della leale concorrenza tra le imprese”.

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