Inca, il patronato della Cgil, chiede che l’Inps imbocchi la strada del dialogo e del buon senso, abbandonando quella dei contenziosi giudiziari e della granitica applicazione delle norme. “Facciamo questo appello – commenta Giancarlo Gambineri, Direttore dell’Inca – perché i contenziosi si stanno moltiplicando e i loro esiti sono sempre più frequentemente negativi per l’Inps. E i costi gravano sui cittadini“.
L’ultimo esempio di una lunga serie che cita Gambineri è l’applicazione della norma in base alla quale la persona licenziata che riceve l’indennità di disoccupazione (oggi chiamata Naspi) deve comunicare all’Inps entro 5 giorni di calendario un’eventuale nuova occupazione. “L’obbligo, secondo logica, sarebbe delle aziende ma anche tralasciando questo particolare e facendo comunque gravare sul lavoratore l’obbligo, l’Inps applica rigidamente il termine dei cinque giorni. E per la persona che magari ha trovato un piccolo lavoro per una settimana o un mese, un solo giorno di ritardo comporta la perdita definitiva dell’indennità al momento del ritorno alla condizione di disoccupato. Analoga mazzata se viene segnalata in ritardo (in questo caso i giorni sono 30) l’apertura della partita Iva. L’Inca di Arezzo, con i suoi legali, ha vinto la causa contro l’Inps sia in primo che in secondo grado e l’Istituto ha accettato la sentenza senza arrivare alla Cassazione, finalmente consapevole delle ragioni del lavoratore e dell’Inca“.
Dal contenuto al metodo. “Non è pensabile che l’Inps – commenta Gambineri – decida di andare davanti al giudice ogni volta che si presenta un problema che potrebbe essere affrontare in altro modo e con serenità tra le parti. Ricorrendo ai contenziosi si crea un danno al cittadino che deve attendere i tempi della Giustizia e allo stesso Inps per quanto viene poi costretto a pagare“.
Secondo l’Inca siamo probabilmente di fronte ad alcune centinaia di migliaia di euro all’anno solo per la sede di Arezzo. “Sarebbe interessante conoscere la cifra esatta – conclude Gambineri. Come è interessante leggere, nel bilancio sociale dell’Inps regionale, la quantità numerica dei contenziosi, sia quelli vinti che quelli perduti, ma non il loro rilievo economico. Quanto costa alla collettività la rigidità interpretativa dell’Inps?”
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