A seguito di una particolare interpretazione di due sentenze della Corte di Cassazione, l’Inps, con il messaggio del 14 ottobre, ha annunciato l’intenzione di togliere l’assegno d’invalidità ai disabili che percepiscono anche un piccolo compenso inferiore ai 4.931 euro l’anno per attività lavorative che rivestono carattere terapeutico.
A fronte di questo comunicato il mondo associativo, quello sindacale e tutta la società civile si sono mobilitati chiedendo un intervento della politica per chiarire l’accaduto e dissuadere l’INPS dal mettere in atto quanto annunciato.
Il ministro Orlando, avuto contezza della gravità della situazione in cui si verrebbero a trovare migliaia di persone svantaggiate e che svolgono piccole attività lavorative a scopo terapeutico ricevendo un compenso di meno di 400 euro al mese, ha manifestato la volontà di intervenire con specifici emendamenti che verranno presentati al momento della discussione ed approvazione della legge di bilancio.
Vigileremo quindi affinché venga avviato questo percorso, anche perché occorre scongiurare che il messaggio dell’INPS non ritirato, si tramuti in circolare operativa e produca gli effetti annunciati.
La politica deve quindi intervenire; per quanto riguarda la Cgil e Federconsumatori di Arezzo metteranno a disposizione i propri uffici per contrastare, anche azioni di tutela individuale delle persone, eventuali provvedimenti dell’INPS; al tempo stesso solleciteranno la politica ad agire in fretta facendo conoscere il testo degli emendamenti con i quali dovrà essere integrata la norma in modo da superare l’interpretazione delle sentenze della Corte di Cassazione.
Per l’ennesima volta si preannunciano tagli che vanno a colpire la parte più debole della società e come tale, la più bisognosa di tutela. Si parla di persone con disabilità che cercano un inserimento nella società civile anche attraverso piccoli lavori per pochissime ore giornaliere svolte perlopiù a scopo terapeutico e alle quali, solo per questo, si vorrebbe togliere il misero assegno di invalidità di 287 euro mensili. Questo nonostante l’art. 3 della Costituzione che stabilisce che tutti i cittadini devono avere pari dignità sociale e che è compito della Repubblica Italiana rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitino il pieno sviluppo della persona umana.
CGIL, Spi-Cgil e Federconsumatori Arezzo assieme ad altre Associazioni rappresentative di questo mondo, continueranno nella loro battaglia coinvolgendo tutti i parlamentari della circoscrizione aretina affinché appoggino l’iniziativa annunciata dal Ministro Orlando e venga ripristinata, con lo strumento legislativo adeguato, la certezza del diritto violato per queste categorie di lavoratori.
“Incredulità, protesta, poi indignazione e per molti è stato anche l’inizio di vera e propria angoscia – ha ricordato Luisa Spisni dell’Associazione Vivere Insieme, impegnata sul fronte della salute mentale. Sono queste le reazioni delle persone con invalidità colpite dal comunicato dell’INPS. Si tratta di un intervento che incide nella vita di chi è già fragile, incrinando quel minimo di autonomia raggiunta e sempre precaria, senza offrire alternative o fare distinguo; che taglierebbe con l’accetta un diritto acquisito da persone considerate evidentemente solo “categorie” da chi rappresenta lo Stato, persone con dignità e aspirazione ad avere pari opportunità, come recita la Costituzione nei principi fondamentali. Affrontare disabilità gravi e invalidanti come quella legata a disturbi psichici vuol dire affrontare diffidenza, emarginazione, distanza sociale. Per loro il lavoro, anche se minimo, è una tappa importante, significa dare alla propria vita un senso e uno scopo come per tutti noi, trovare relazioni all’esterno della famiglia e dei luoghi di cura e avere un ruolo nella società nonostante i tanti ostacoli da superare.
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