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La Multiutility Toscana non può essere un affare di tecnocrati. Intervenga la “Politica”

Piena condivisione, da parte della Cgil e della Federconsumatori di Arezzo, alla valutazione dello loro strutture regionali sul processo di compimento del progetto di Multiutility Toscana che continua a subire colpi ad iter avviato: ultimo in termini cronologici è la risposta della Magistratura contabile ad un quesito posto dal Sindaco del Comune di Loro Ciuffenna (Arezzo) per il tramite del Consiglio della Autonomie Locali. In tal caso la Corte dei Conti ha richiamato le norme relative la proprietà dei beni demaniali, nel caso specifico le reti idriche, rafforzando quanto già previsto dalla Legge: i beni demaniali non possono essere ceduti a Società di lucro.

Nel documento firmato dal Segretario e dal Presidente regionali di Cgil e Federconsumatori, Rossano Rossi e Luca D’Onofrio, si sostiene che questo rafforza “quanto sostenuto dalle nostre Organizzazioni sin dalla presentazione del progetto: “quotare nel mercato di borsa la Multiutility Toscana è un errore politico ma anche giuridico”.

Se giuridicamente sono altri gli organismi a dover valutare le scelte, dal punto di vista della politica di gestione dei Servizi pubblici locali in qualità di Organizzazioni sociali riteniamo necessario ribadire alcune questioni che dovrebbero essere alla base di un progetto coerente con gli obbiettivi di aggregazione territoriale e di settore capaci di realizzare economie di scala per migliorare la qualità dei servizi attraverso una gestione industriale (e non con scelte che appaiono funzionali ad una logica di finanziarizzazione):

  • solo attraverso una visione politica regionale è possibile immaginare un progetto che superi l’attuale frantumazione in molte società (in alcuni casi micro società) nella gestione dei servizi pubblici e punti ad un coordinamento su tutto il territorio regionale delle attività evitando di disperdere preziose risorse economiche e umane che verrebbero inevitabilmente acquisite da altri soggetti societari;
  • immaginare un modello toscano di gestione dei servizi pubblici significa, dal nostro punto di vista, evitare ogni interferenza proveniente dai mercati di borsa attraverso la creazione di una società interamente pubblica e aperta al finanziamento da parte dei risparmiatori toscani attraverso l’emissione di titoli obbligazionari regionali garantiti;
  • prevedere statutariamente la partecipazione delle rappresentanze sociali (lavoratori e utenti) negli organi societari come già avviene in molte realtà anche nazionali, attuando gli strumenti di partecipazione già previsti dalle norme sulla valutazione del servizio e la partecipazione dell’utenza, senza sovrapposizioni con il ruolo contrattuale delle organizzazioni aziendali , di settore e confederali dei lavoratori.

 

Come Cgil e Federconsumatori Toscana manteniamo una valutazione positiva rispetto ad un processo di aggregazione dei servizi di acqua, gas, igiene ambientale ed energia e allo stesso tempo ribadiamo la più ferma contrarietà alla quotazione in borsa ed a logiche puramente finanziarie nella gestione dei servizi pubblici locali”.

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