Anche ad Arezzo si è costituito, nella sede della Cgil, il Comitato provinciale per il referendum contro l’autonomia differenziata. Al Comitato ha aderito il gruppo che aveva già costituito La Via Maestra e cioè Cgil, Acli, Arci, Demos, Libera Valdarno, Isde – Medici per l’’ambiente sezione aretina, Centro iniziativa politica Berlinguer, Legambiente, Centro Basaglia, O.D.V. Arezzo, Resistenza Popolare, Federconsumatori, Anpi con la struttura provinciale e le sue sezioni territoriali. A questo gruppo si sono aggiunti, nel Comitato per il referendum, Uil, Pd, Avs – Alleanza Verdi-Sinistra, Movimento 5 Stelle, Rifondazione Comunista, Partito Socialista Italiano, Arezzo 2020 – Per cambiare a sinistra
Domani (sabato 20 luglio) prima raccolta firme al mercato di San Giovanni Valdarno.
“La Legge sull’autonomia differenziata va abrogata – afferma il Comitato per il referendum – perché aumenterà i divari territoriali e peggiorerà le già insopportabili diseguaglianze sociali, a danno di tutta la collettività e, in particolare, di lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati, giovani e donne. L’autonomia differenziata spacca l’Italia in tante piccole patrie, condannando il Paese all’irrilevanza politica ed economica, anche a livello europeo. Impoverisce il lavoro perché mette in discussione il contratto collettivo nazionale. Colpisce la sicurezza frammentando la legislazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro, alimentando una competizione territoriale al ribasso sulla pelle di lavoratrici e lavoratori. Smantella poi l’istruzione pubblica regionalizzando la scuola, infliggendo un colpo mortale alla stessa identità culturale dell’Italia. Privatizza la salute, compromettendo definitivamente il Servizio sanitario nazionale: il diritto alla salute sarà riservato a chi potrà permetterselo, e le Regioni saranno ancor più libere di accelerare il processo di privatizzazione in atto. L’autonomia differenziata demolisce il welfare universalistico lasciando il “residuo fiscale” alle Regioni più ricche, priva il welfare pubblico e universalistico di risorse fondamentali per garantire i diritti sociali a tutte le cittadine e i cittadini. Frena lo sviluippo perché sottrae totalmente allo Stato la competenza su materie strategiche: politiche energetiche; reti e infra- strutture; telecomunicazioni; porti e aeroporti; trasporti; ricerca scientifica; ambiente; cultura; rapporti con l’Ue; commercio con l’estero; protezione civile; previdenza complementare e integrativa; etc., pregiudicando le prospettive dell’intero sistema economico nazionale. Frammenta, infine, le politiche ambientali, rendendo impossibile un efficace contrasto al cambiamento climatico e la conversione ecologica del nostro sistema produttivo”.
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