“Non è la legge di Bilancio che serve al Paese. Il sentiero stretto
scelto dal Governo è sempre nel solco dell’austerità, con nuovi tagli
strutturali alla spesa, privatizzazioni e condono delle cartelle
esattoriali, e della svalutazione competitiva, poiché si programmano
una riduzione dei salari e un alto tasso di disoccupazione, anche al
2020”. È quanto si legge nel documento che la Cgil ha consegnato
quest’oggi in occasione dell’audizione in Commissioni Bilancio
congiunte di Senato e Camera, alla quale sono intervenute Susanna
Camusso, segretario generale della Cgil e la segretaria confederale
Gianna Fracassi.
Per la Confederazione “non ci sono risorse sufficienti sul capitolo
investimenti, leva fondamentale per creare crescita, sviluppo e buona
occupazione. Assenti anche misure significative sul versante fiscale,
a partire da una riduzione dell’imposizione tributaria sul lavoro, e
la lotta all’evasione continua a essere marginale”. “Si prevedono solo
– prosegue – una pletora di bonus e di micro interventi che non
rappresentano lo shock necessario per far ripartire il Paese,
soprattutto nel Mezzogiorno”.
“Salvo un lieve aumento delle risorse contro la povertà attraverso il
Rei – evidenzia il sindacato di corso d’Italia – si mantiene lo status
quo e non si affrontano le grandi disuguaglianze che attraversano
l’Italia. Ad eccezione del rinnovo dei contratti dei lavoratori
pubblici, non si danno ancora risposte sui temi posti unitariamente
dalle Organizzazioni sindacali, soprattutto sulla previdenza, su cui
si registra “un vuoto pneumatico, nonostante gli impegni sottoscritti
dal Governo un anno fa con la fase due”. Infine, sottolinea la Cgil
“sugli ammortizzatori sociali le misure sono parziali, servono più
strumenti e più risorse” e per quanto riguarda la politica industriale
e per lo sviluppo sostenibile “è ancora affidata troppo agli incentivi
e al mercato”.
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