30 luglio: due ore di sciopero dei metalmeccanici proclamato da Fiom, Film e Uilm. Sarà nelle ultime due ore del turno e alle 9.30 i lavoratori saranno di fronte alla Prefettura di Arezzo per una manifestazione.
“Il tema è quello della difesa del lavoro – spiega Alessandro Tracchi, Segretario provinciale della Fiom Cgil. Le situazioni di crisi si stanno moltiplicando ovunque. Gkn e Whirlpool non sono i primi casi e non saranno gli ultimi. Si tratta di difendere i posti di lavoro e quindi il futuro dei lavoratori e delle loro famiglie ma siamo anche di fronte al rischio di una fortissima contrazione del settore manifatturiero e il più colpito appare il nostro, quello metalmeccanico”.
Tracchi riassume le ragioni dello sciopero del 30 luglio: “no allo sblocco dei licenziamenti e, ovviamente, alle procedure avviate da molte aziende in Italia. I nostri obiettivi sono difendere l’occupazione, il reddito dei lavoratori. Sollecitiamo investimenti e nuove politiche industriali, connesse anche al PNRR”.
Il Segretario della Fiom sottolinea poi alcuni problemi indotti probabilmente dal rallentamento delle produzioni a livello internazionale causato anche dall’emergenza Covid: “siamo costretti a fare i conti con sospensioni del lavoro che non sono determinate da carenze di commesse bensì da quelle dei rifornimenti dei materiali, siano essi semilavorati oppure materie prime. Stiamo pagando il prezzo delle delocalizzazioni messe in atto negli ultimi 20 anni che hanno concentrato queste produzioni in Asia e, in modo particolare, in Cina. La dipendenza da queste aree geografiche rischia di compromettere il presente e il futuro di molte aziende italiane, creato una sorta di “tempesta perfetta” con imprese che non riescono ad andare avanti ed altre che non riescono a crescere nonostante ne abbiano le potenzialità”.
Tracchi conclude sottolineando la necessità di una svolta del sistema produttivo: “è il tema della transazione digitale e tecnologica che necessita di un’intensa campagna di formazione e riqualificazione del personale. Non possiamo pensare di mantenere lo stesso modello produttivo per sempre: rischiamo di tenere un mano un cerino destinato inevitabilmente a spegnersi”.
Comments are closed here.