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Molti risparmiatori senza indennizzo e la Commissione sta esaurendo il suo tempo

Domande respinte con pretesti. Federconsumatori chiede riunione al Ministero

Tra meno di un mese scadrà l’operatività della Commissione tecnica del FIR, cioè del Fondo indennizzo risparmiatori e sono ancora molti coloro che attendono risposta o che hanno ricevuto risposta negativa. Le cause sono molteplici: alcune contraddittorie altre non motivate o con motivazioni al limite dell’arbitrio. Non rispondono cioè al requisito della massima chiarezza e trasparenza dovuto da una Commissione incaricata di esaminare le domande presentate da cittadini che, dopo essere stati traditi da Banca Etruria, si vedono ora respingere le domande da chi era preposto ad autorizzare quegli indennizzi conquistati dopo una forte e costante mobilitazione che ha portato, con l’approvazione della legge di bilancio n. 145/2018, alla costituzione di un Fondo per gli indennizzi.

La Commissione sta respingendo numerose domande utilizzando motivazioni che appaiono in netto contrasto con quanto stabilito dalla normativa. Due esempi? Se il cittadino non è stato in grado di produrre la documentazione integrativa per dimostrare le violazioni subite perché la banca cessionaria alla quale era stata richiesta via PEC non è riuscita a reperirla e ad inviarla, la Commissione respinge le richieste motivando l’incapacità di accertare le violazioni per carenza di documenti che, sempre secondo la Commissione, il risparmiatore avrebbe dovuto conservare ed esibire al bisogno; altre vengono respinte perché quando nel 2017 furono presentate le domante al FITD, ANAC aveva già esaminato le posizioni dei risparmiatori e quel percorso viene oggi considerato esaustivo anche ai fini delle procedure FIR.

Ci troviamo di fronte a motivazioni incomprensibili: le domande al FITD furono presentate nel 2017 sulla base di una normativa (L. 232 dell’11 Dicembre 2016) che contemplava, per accedere all’indennizzo del Fondo Interbancario, il dover dimostrare di aver subito violazioni individuali al TUF. La citata normativa non ha niente a che vedere con la L. 145 del 2018 che, approvata due anni dopo, stabilisce la costituzione del FIR e come gli indennizzi siano erogati a seguito di violazioni massive al TUF da parte delle banche.

A meno di un mese dalla scadenza della Commissione Tecnica del FIR rimangono quindi molti dubbi e problemi ai quali, nonostante ripetute denunce da parte di Federconsumatori, né CONSAP, né la Commissione, tantomeno il Ministero hanno voluto porre rimedio.

Federconsumatori Arezzo denuncia questo ostracismo: nessun comma della L.145/2018 inibisce ai risparmiatori che abbiano adito la prima procedura arbitrale ANAC per violazioni individuali ed abbiano avuto risposte non soddisfacenti, la possibilità di presentare nuova domanda al FIR per le violazioni contemplate dalla nuova normativa che, come detto, non sono solo quelle individuali ma anche quelle massive. E’ altrettanto inaccettabile che la Commissione usi argomenti che travisano i contenuti del T.U.F. (testo unico sull’intermediazione finanziaria) che assegna alle banche l’onere di dimostrare la loro correttezza, diligenza, e trasparenza nei confronti dei clienti e di aver fornito una corretta informazione soprattutto a persone che appartengono al mercato retail; spetta inoltre alle Banche fornire su richiesta i documenti necessari. La mancata consegna dei documenti da parte della Banca non può essere motivo di rigetto.

Federconsumatori Arezzo chiede quindi al MEF di convocare una riunione per esaminare la situazione degli indennizzi da parte del FIR, il lavoro della Commissione e, al tempo stesso, chiederà ai Parlamentari della circoscrizione specifici incontri per sottoporre il caso. Nel frattempo ha dato mandato alla propria Consulta Giuridica di studiare le singole posizioni per verificare la possibilità di proporre ai risparmiatori azioni giudiziarie contro le incomprensibili decisioni della Commissione e a difesa dei loro legittimi interessi.

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