Il Segretario provinciale della Cgil: “evitiamo che le famiglie si ritrovino con l’acqua alla gola”
Siamo di fronte all’ennesimo aumento delle tariffe idriche decise dall’Autorità Toscana di settore. Un incremento che ha già provocato la protesta del Comitato, le contestazioni delle associazioni di categoria, perfino la richiesta di ripensamento da parte del Pd. Una reazione più che giustificabile. C’è una riduzione di spesa per chi consuma meno di 30 metri cubi di acqua all’anno ma sarebbe interessante che Ait rendesse nota qual’è la percentuale, sul totale dei clienti, di coloro che rimangono al di sotto di questa soglia.
Pensiamo che per pochi che pagheranno di meno, avremo molti che pagheranno di più. E sarebbe interessante sapere anche quale sarà il “corrispettivo” per il territorio, le famiglie e le imprese. Più investimenti? Migliori servizi?
La convinzione è che questi aumenti finiranno per creare ulteriori problemi alle famiglie, in modo particolare a quelle più numerose che hanno quindi un consumo di acqua necessariamente maggiore. Qui si parla di necessità e non di spreco. E’ socialmente opportuno aggravare i bilanci di queste famiglie?
La Cgil pensa di no ed è convinta che tutti i Sindaci della Provincia di Arezzo debbano far sentire la loro voce all’interno dell’Assemblea Ait. Quello del comune capoluogo potrebbe farsi carico di coordinare questa azione che può anche coinvolgere quei comuni del Valdarno aretino che hanno come gestore non Nuove Acque ma Publiacqua.
Ai Sindaci chiediamo di aprire un tavolo negoziale con le parti sociali e le associazioni interessate a questo tema per arrivare alla definizione di una nuova proposta di articolazione tariffaria.
Comments are closed here.