vi inviamo A LEGGERE l’interessante pubblicazione dell’INPS che contiene uno studio sul lavoro accessorio nel periodo dal 2008 al 2015.
“il lavoro accessorio dal 2008 al 2015. Profili dei lavoratori e dei committenti.”
La ricerca è stata commissionata dall’Inps a Bruno Anastasia, Saverio Bombelli e Stefania Maschio.
lanciato su twitter dal presidente dell’istituto previdenziale Tito Boeri, chiarisce che il buono da 10 euro destinati al pagamento orario delle prestazioni occasionali non servono a fare emergere il lavoro nero e in molti casi rappresenta l’unica fonte di reddito a disposizione di chi non è mai entrato nell’«Olimpo» dei contratti stabili. La maggioranza del milione e 380 mila percettori dei buoni lavoro nel 2015 opera in nero e, solo in parte, viene pagata con i voucher. I lavoratori maschi tra i 30 e i 50 anni che sono effettivamente emersi dal nero rappresentano una componente irrisoria e, tra l’altro, hanno un costo aziendale medio annuo tra i 6-700 euro ciascuno. In realtà, i voucher sono un «iceberg» e segnalano che il «nero» è in gran parte rimasto sott’acqua. Il lavoro a scontrino va piuttosto inteso come una prestazione associata molto spesso al lavoro part-time.
molto interessante anche l’articolo di commento alla ricerca uscito il 6 ottobre sul MANIFESTO
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