“Riscontriamo positivamente l’avanzamento per i lavoratori in collaborazione, a cui viene riconosciuto l’accesso a una riserva del 50% nei futuri concorsi. Dobbiamo, tuttavia, rimarcare la nostra ferma contrarietà all’esclusione inopinata e incomprensibile degli oltre 10mila lavoratori in somministrazione, che garantiscono il funzionamento della sanità pubblica e di molti servizi essenziali per i cittadini, in molti casi anche da oltre dieci anni. Va evidenziato, anche se bilancia solo in parte l’esclusione dalla quota di riserva, il riconoscimento di un punteggio preferenziale nei confronti dei lavoratori che abbiano svolto impieghi nella PA con contratti di lavoro ‘flessibili’, tra i quali sicuramente rientrano i lavoratori in somministrazione”.
NIdiL CGIL FELSA CISL UILTEMP commentano così la riforma Madia del pubblico impiego approvata dal Consiglio dei Ministri. Una riforma che prometteva una soluzione a lungo termine alla precarietà dei lavoratori impiegati nella Pubblica Amministrazione, definendo un percorso di stabilizzazione tra il 2018 e il 2020. L’articolo 20, comma 9 del Decreto legislativo sul riordino del Testo Unico, quello che riguarda le procedure concorsuali che puntano al superamento del precariato nella PA, esclude i lavoratori con contratto di somministrazione.
“Rimane alta la nostra attenzione affinché il Governo e le Amministrazioni Pubbliche rendano effettivo il riconoscimento di punteggi aggiuntivi a chi per anni, se non addirittura per decenni, ha svolto attività nelle PA. Per questo, a partire dalle esperienze avviate, chiederemo un confronto con il Governo e le Amministrazioni Pubbliche per arrivare ad accordi che garantiscano la continuità occupazionale dei lavoratori somministrati e tutelino il loro diritto a vedere valorizzata la professionalità in futuri concorsi”.
La richiesta di cancellazione della misura, decisa in sede di Conferenza Unificata Stato Regioni lo scorso 6 aprile, era già stata formulata alla Ministra Madia e alla Conferenza Stato Regioni anche dalle Confederazioni CGIL CISL UIL.
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