Si è tenuto ieri, presso il Comune di Arezzo, l’incontro più volte richiesto da Sunia e Comitato inquilini di via Malpighi sul problema della rimozione dell’amianto.
Erano presenti l’assessore Regionale alla casa, Vincenzo Ceccarelli; l’assessore alla casa del Comune di Arezzo, Tiziana Nisini; il presidente e il vice presidente di Arezzo Casa, Gilberto Dindalini e Lorenzo Roggi e la dottoressa Maria Teresa Maurello, della Usl Toscana Sud Est.
“L’incontro – fanno sapere dal Sunia – ha fatto seguito a quello tenuto in Regione tra i soli rappresentanti delle istituzioni. I rappresentanti degli inquilini si attendevano che venissero prospettate soluzioni in linea con la relazione della ASL. Invece è stata necessaria una buona metà della riunione solo arrivare alla conclusione che la relazione non lascia spazio ad interpretazioni diverse da quella testuale: “Il totale della scheda 1 è stato 11, il totale della scheda 2 è stato 8; la risultante pertanto rientra nella zona B) …” “Interpretazione dei risultati – Zona B – Rimozione da programmare (entro 3 anni). Le aree danneggiate dovrebbero essere sistemate con interventi limitati, controllo periodico delle aree al fine di evitare danni ulteriori (1 volta l’anno)”.
Alla fine tutti hanno compreso questa indicazione ma dato che né Arezzo Casa né Regione Toscana hanno le risorse necessarie, se ne potrà riparlare dal 2020. Salvo che nel frattempo non arrivino altri finanziamenti o una diversa articolazione delle priorità. Una delle soluzioni prospettate è che il sindaco, vista la pericolosità, emetta una ordinanza straordinaria ed urgente, effettui i lavori a sue spese, e mandi il conto a chi è tenuto a pagare. Ma è una soluzione logica? Abbiamo quasi 3 anni di tempo per programmare l‘intervento e si deve ricorrere ad una ordinanza straordinaria ed urgente. Elemento positivo è che il Comune di Arezzo si espresso riconoscendo la validità dei risultati della ASL. Da ciò fa discendere la volontà di rispettare quanto in essa contenuta: rimozione entro 3 anni e, nel frattempo, monitoraggio e manutenzione”.
“E’ uno strano Paese il nostro – proseguono dal sindacato aretino – nel quale è sempre possibile svicolare dalle proprie responsabilità grazie ad un meccanismo di competenze suddivise. La USL, braccio del Sindaco per la sanità e dipendente dalla Regione, invia una relazione nella quale si stabilisce la pericolosità e i tempi per la sistemazione. Ma la relazione si sottopone ad interpretazioni. Il Comune è proprietario ma la gestione spetta ad Arezzo Casa. Arezzo Casa è il gestore, quello che dovrebbe provvedere, ma non ha i soldi che dovrebbe fornirgli la Regione perché gli affitti sono insufficienti. La Regione, alla quale competono i finanziamenti, non ha disponibilità finanziaria perché lo Stato li riduce. Forse se nel 2013 non avesse stornato 180 milioni dalla casa ai trasporti, oggi la situazione sarebbe migliore. Lo Stato se la prende con l’Europa”.
Comitato degli inquilini e Sunia presenteranno a breve la petizione al sindaco che riguarda certo la rimozione dell’amianto sui loro tetti, ma è anche la richiesta di avviare una seria politica di risanamento che parta dal monitoraggio, per proseguire con interventi nelle strutture pubbliche, e fornisca una informazione puntuale che aiuti i privati che vogliono risanare a districarsi nel difficile iter per portare a termine la rimozione dell’amianto.
“Comitato e Sunia – spiegano da via Malpighi – non possono tradire il mandato ricevuto dai 3000 cittadini che hanno firmato e, nel ringraziarli, garantiscono che continueranno nella loro azione fino a che l’ultimo metro quadrato di eternit sarà nei tetti e all’interno delle loro case e finché non sarà avviato un serio programma che aspetta da oltre 25 anni”.
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