Prendiamo positivamente atto che il Consiglio d’Amministrazione di Arezzo Casa sarà ‘ben lieto’ – come ha dichiarato il Presidente Gilberto Dindalini – d’incontrare gli inquilini di via Malpighi dopo la sua riunione di domani. Ci attendiamo una convocazione, che abbiamo ufficialmente richiesta già lo scorso 30 luglio a Arezzo Casa, Comune e Asl, al più presto possibile.
Sia Arezzo Casa che il Comune di Arezzo appaiono orientati a risolvere il problema. Ovviamente le dichiarazioni di principio non bastano. Il problema dell’amianto non interessa l’aspetto estetico di abitazioni nelle quali vivono 99 famiglie ma la salute di quest’ultime. Parliamo di una zona densamente popolata, con famiglie e bambini. E le istituzioni devono tutelare non solo gli abitanti di via Malpighi. Noi pensiamo infatti anche a quelli delle aree limitrofe perché le polveri di amianto non si fermano. Sollecitiamo, quindi, una soluzione con le Amministrazioni interessate evitando asperità e polemiche, anche nella consapevolezza delle difficoltà economiche degli enti. Per questo ci stiamo muovendo a livello regionale e nazionale perché si attivino alcuni finanziamenti dato che il problema casa sta diventando esplosivo. Nel frattempo, la salute rimane la priorità di tutti.
Ribadiamo, quindi, che è indispensabile un intervento, rapido e strutturale, sul tetto che metta in sicurezza l’intera area. Le indicazioni ricevute nelle cinque assemblee che abbiamo organizzato con gli inquilini sono chiare e le loro preoccupazioni sono assolutamente legittime. Ci attendiamo risposte risolutive.
“Abbiamo organizzato assemblee per discutere con i residenti in via Malpighi il problema dell’amianto – afferma Fabio Buricchi, Presidente del Sunia, il sindacato degli inquilini e degli assegnatari. Ieri si è svolta l’ultima delle cinque assemblee che hanno registrato una partecipazione superiore al 90% dei residenti“.
Nel corso degli incontri è stato preso atto delle dichiarazioni delle autorità interessate secondo le quali, “al momento”, la situazione è in sicurezza. Ma è stata anche confermata la presenza di una grande quantità di materiale potenzialmente pericoloso e con “una percentuale del 10% di zone danneggiate.”
Ogni assemblea ha votato all’unanimità il mandato al SUNIA di coordinare iniziative di cui gli stessi abitanti siano, comunque, protagonisti. Iniziative volte a mettere in sicurezza l’intera struttura. “Riteniamo quindi necessarie – sottolinea Buricchi – verifiche settimanali per accertarsi che un temporale non abbia fatto superare la soglia di sicurezza e al di là delle dispute istituzionali e politiche, agli abitanti preme tutelare la loro salute, quella dei loro figli e dei residenti nelle zone limitrofe. L’orientamento di via Mapighi è chiaro: il tempo del rinvio è terminato“.
Il Sunia ricorda infatti che il problema della copertura in amianto delle case popolare di Via Malpighi è arrivato alla ribalta delle cronache e della politica il 13 luglio scorso, in occasione della tromba d’aria che ha colpito Arezzo ma il problema è di vecchia data. Già nel 2013 il Presidente di Arezzo Casa scriveva che ”abbiamo inserito il complesso di via Malpighi nell’elenco di quelli per i quali si studieranno interventi precauzionali di bonifica delle coperture non appena sarà disponibile un adeguato finanziamento…”
Sono passati 3 anni e il finanziamento non è arrivato. “Sarebbe interessante – sottolinea Buricchi – conoscere le iniziative assunte per ottenerlo dato che, come è noto, le coperture finanziarie non piovono dal cielo. Nel frattempo le intemperie si sono incaricate di dimostrare che la bonifica sta diventando sempre meno precauzionale e sempre più urgente. Il SUNIA già alcuni mesi fa aveva incontrato alcuni inquilini per verificare la situazione. Gli ultimi eventi hanno evidenziato come un rischio futuro sia diventato un pericolo immediato“.
Su mandato degli abitanti, il Sunia ha messo a punto una lettera, firmata da tutti i residenti, da inviare al Presidente di Arezzo Casa, al Sindaco di Arezzo e all’Ufficio competente della ASL con la quale viene richiesta la rimozione dell’eternit e la sua sostituzione con materiale non pericoloso.
Contemporaneamente viene richiesto un incontro tra gli destinatari della richiesta ed una delegazione degli abitanti. “Un incontro molto opportuno – conclude Fabio Buricchi – per evitare fraintendimenti e per permettere un dialogo franco e aperto che sia il preludio alla risoluzione del problema“.
Le foto allegate sono di SILVIA ROSSI – FOTOSTUDIO IL DIARIO –
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