Quanto avvenuto recentemente nelle case popolari a Tortaia, o in via Libia, sono eventi gravi quanto annunciati. Ci troviamo in presenza di un patrimonio edilizio provinciale di oltre 3.000 alloggi, per lo più costruiti al risparmio, vetusti, ai quali non si fa manutenzione e, quando la si fa, non se ne verifica la corretta definizione.
Come sindacato abbiamo presentato anche decine di richieste di intervento in singole abitazioni. Richieste regolarmente inevase per mancanza di fondi.
Ci siamo rivolti ai proprietari delle case, cioè i comuni, che vedono così azzerare il loro patrimonio. Risposta non pervenuta.
Finalmente dalla regione sembrano arrivare buone notizie. Il PNRR ha stanziato per la Toscana 93.3466.000 euro per l’edilizia popolare. Di questi ad Arezzo sono stati attribuiti 4.953.996,32 euro a cui si aggiungono 3.819.895,99 euro per la presenza di 2.113 alloggi a rischio sismico per un totale di 8.773.892,31 euro.
Si tratta di cifre consistenti che mancano da decenni. Come SUNIA intravediamo 2 rischi. Il più rilevante è che i tempi stringenti rendano difficile effettuare tutti gli adempimenti nei tempi previsti. Adempimenti che vanno dalla progettazione a seguire i lavori affinché vengano effettuati correttamente. Quando girano soldi occorre e i tempi sono stretti si corrono due rischi: che ritornino al mittente parte dei soldi non spesi o che i lavori vengano eseguiti non correttamente.
Entro il 31 dicembre, la Regione deve approvare il Piano regionale, formato dagli elenchi delle proposte che a loro volta devono essere state approvate dall’assemblea LODE corrispondente. Entro il 15 gennaio, il Piano approvato deve essere inviato al Ministero. che vede l’affidamento della progettazione degli interventi deve essere effettuata entro il 30 giugno 2022, e l’ultimazione dei lavori ed emissione del certificato di collaudo scade al 31 marzo 2026.
Il secondo aspetto che preoccupa che, correndo dietro a investimenti per grandi lavori, venga trascurata la manutenzione corrente, ordinaria o straordinaria. Cioè i piccoli interventi che, però, rendono gli immobili vivibili.
È evidente che l’ente gestore non ha le forze per gestire, oltre al corrente, questi interventi straordinari. Non a caso nel luglio 2020 chiese all’assemblea dei comuni una loro collaborazione nel gestire questa fase che, al momento era ancora in gestazione.
SUNIA si augura che sia una occasione per vedere un lavoro di squadra che ridia dignità ad un patrimonio edilizio importante.
Resta aperto il problema della scarsità degli alloggi, problema che può rivelarsi esplosivo con lo sblocco degli sfratti previsto con l’inizio dell’anno prossimo.
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