Un libro per ricordare il passato e immaginare il futuro ma, soprattutto, un “libro in itinere”. Così Alessandro Tracchi, Segretario provinciale Cgil ha definito “Venti di cambiamento”, il volume di Claudio Repek edito da Clichy su iniziativa dello Spi e della stessa confederazione di Arezzo. Libro che è stato presentato stamani nel Cas di Tortaia. Un’occasione di incontro per il “popolo” della Cgil che si è presentato con delegati di fabbrica e azienda, pensionati, dirigenti regionali e nazionali. Momento di confronto, moderato da Luca Tosi, con rappresentanti del mondo economico: saluto del Presidente della Camera di Commercio Arezzo-Siena, Massimo Guasconi e intervento del Segretario generale della struttura di Firenze, prima ancora quella di Arezzo, Giuseppe Salvini. Spunto di dialogo anche con le istituzioni: intervento del consigliere regionale Ceccarelli, saluto da remoto del Presidente Gianni e lettera della consigliera De Robertis.
Giancarlo Gambineri, Segretario provinciale dello Spi e Alessandro Tracchi, Segretario provinciale della Cgil hanno evidenziato le ragioni del volume e cioè le trasformazioni del modello industriale creato agli inizi degli anni Cinquanta e andato in crisi tra i Settanta e gli Ottanta. Crisi che hanno avuto il loro epilogo agli inizi del nuovo millennio. Alcuni marchi sono finiti in archivio: Lebole, Cantarelli, Eutelia, Banca Etruria, Del Tongo. Alcuni hanno cambiato proprietà e continuato a produrre: Unoaerre e Buitoni. Novità nel manifatturiero ma anche l’affermazione di un nuovo modello di organizzazione dei servizi pubblici con i Comuni che hanno fatto un passo indietro per lasciare spazio ad Aisa- Sei Toscana, Nuove Acque, Coingas-Estra, Lfi- Tiemme, Provincia. Novità che sono state raccontate da alcuni dei protagonisti: Gabriella Salvietti della Lebole, Valentino Mondani della Unoaerre, Rita Mariani della Provincia e Alessandro Mugnai, già Segretario Cgil.
Una transizione, quella registrata nel manifatturiero che ha lasciato tracce profonde: l’angoscia delle persone che hanno perduto il lavoro, l’abbandono di aree industriali quali Lebole e Unoaerre.
Molto è cambiato e nuove industrie sono apparse sulla scena locale. Il problema – evidenziato dalla Cgil – è quale futuro l’economia aretina abbia di fronte. “In Italia – ha ricordato Gianna Fracassi, vice Segretaria nazionale del sindacato – registriamo un aumento delle diseguaglianze e dell’impoverimento delle persone. In questo contesto, siamo chiamati ad affrontare due sfide: la digitalizzazione e la decarbonizzazione, destinate non solo a cambiare l’economia ma la vita di tutti. Per la prima volta sono chiari due concetti: la finitezza delle risorse e l’irreversibilità dei processi naturali. Per Arezzo dobbiamo quindi immaginare il futuro a 10 anni in questo nuovo contesto”.
Daniela Cappelli, Segretaria nazionale dello Spi Cgil, ha evidenziato il rischio che “si drenino risorse laddove è più facile e cioè tra i lavoratori e i pensionati. Una scelta che Spi e Cgil contrasteranno per evitare che si continui sulla strada tracciata nei primi vent’anni del nuovo millennio e cioè più disuguaglianze, più precarietà, più insicurezza sul lavoro, più discriminazione sia razziale che di genere”.
Comments are closed here.