L’INTERVENTO DI LANDINI A RAVENNA
Della situazione politica e della possibilità che si arrivi alla formazione di un nuovo governo dopo la convocazione per questa mattina di Giuseppe Conte al Quirinale, ha parlato ieri il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini durante un dibattito alla Festa nazionale dell‟Unità a Ravenna al quale ha partecipato anche Andrea Orlando, ex ministro della Giustizia con il governo Renzi ed esponente di spicco del Partito Democratico. In tema di discontinuità, per Landini ci vuole un cambio radicale delle politiche economiche fallimentari attuate fino a questo momento (compreso ovviamente il Jobs Act); un governo che riparta dalla battaglia contro l‟evasione fiscale e le diseguaglianze e che ricostruisca un rapporto corretto con le parti sociali. Un governo che sia davvero democratico, ovvero antifascista e antirazzista. La politica deve recuperare il rapporto con le persone. La cosa più grave che sta succedendo è infatti la disaffezione alla politica: un italiano su due non va più a votare. Bisogna ricostruire quindi luoghi e momenti di partecipazione. Con l‟Europa è necessario ripartire dai problemi centrali a partire dall‟immigrazione che è un processo epocale (“di fronte a chi muore non ho parole, prima di tutto le persone vanno salvate…”). Va cambiato il Trattato di Dublino. Giudicheremo quindi il governo da quello che farà come il sindacato ha sempre fatto nella sua storia. Ma intanto è urgente cambiare.
“Abbiamo detto che il problema di questo paese è che abbiamo bisogno di un governo che governi per cambiare le politiche sbagliate fatte fino ad oggi e ricostruire una partecipazione democratica vera in questo paese”, ha spiegato Maurizio Landini. “Occorre che la politica torni ad occuparsi dei problemi veri che le persone hanno”. “Prendo atto positivamente – ha detto Landini – che il Presidente della Repubblica abbia convocato Conte e abbia dato incarico di verificare le condizioni per la realizzazione di un governo. Il sindacato non ha governo amici o nemici. Il discrimine per noi è che il governo sia antifascista e antirazzista, questo è il discrimine, poi il governo lo valutiamo per quello che farà”. “Per me la discontinuità – aggiunge Landini – la svolta non è solo verso questo ultimo governo, ma verso politiche sbagliate fatte da governi diversi da quello che c’era adesso”.
Contro il governo che c‟era e che ora non c‟è più noi abbiamo mobilitato le piazze e contestato soprattutto le scelte nel campo della politica economica. Il governo non ci ha ascoltato e diverse categorie sono state costrette a scioperare. Poi, dopo mesi di mobilitazione, in luglio sono stati avviati gli incontri con le parti sociali. Ma è stato paradossale il fatto che il ministro Salvini non ha partecipato agli incontri a palazzo Chigi e ha convocato invece i suoi incontri al Viminale. In ogni caso il nostro è stato sempre un atteggiamento di merito e abbiamo chiamato i lavoratori alla mobilitazione per cambiare le politiche sulla base di una piattaforma unitaria che abbiamo preparato con Cisl e Uil. Quando una maggioranza parlamentare apre una crisi e quando uno dei due, in questo caso il ministro Salvini, chiede pieni poteri. Non solo ci ha preoccupato, ma abbiamo detto a chiare lettere che non eravamo d‟accordo. La Costituzione è una e la si deve applicare. La crisi andava discussa in Parlamento. Il governo infatti non lo elegge il popolo, ma il Parlamento. Ora abbiamo bisogno di un governo che governi per cambiare le politiche. La vera alternativa al populismo è ricostruire una partecipazione democratica vera e che la politica torni a occuparsi dei problemi concreti delle persone.
In mezzo alle difficoltà e alla crisi che sta vivendo l’Italia “c’è bisogno di unire e non dividere” e, soprattutto, c’è bisogno di “ricostruire un rispetto reciproco fra politica, governo e parti sociali”, ha spiegato il segretario generale della Cgil. “Mi aspetto che si ricostruisca un rispetto reciproco tra le forze politiche e il governo e le parti sociali – ha detto Landini -. Perché la cosiddetta disintermediazione non l’hanno inventata i Cinquestelle e non sto dicendo che bisogna fare quello che dice la Cgil, ma penso che in una democrazia, di fronte a una complessità di problemi come non c’è mai stata, bisogna dire la verità alle persone”. C’è bisogno, secondo il segretario Cgil “di unire questo paese e non di dividerlo” e c’è bisogno di “coinvolgere i soggetti prima di prendere decisione”. Anche perché tra Cgil, Cisl e Uil abbiamo 12 milioni di iscritti”. E questo non significa “allungare i tempi ma rafforzare la democrazia”. Poi si può essere d’accordo o no: “non sto dicendo che devi necessariamente fare l‟accordo” ma “c’è bisogno di ricostruire una fiducia: quello che mi preoccupa maggiormente è che ormai un italiano su due non va più a votare: questa è la cosa pericolosa, perché vuol dire che non si fidano più delle forze politiche e decide sempre una minoranza”.
Occorre assumere più persone da inserire nell’Agenzia delle Entrate” per avviare finalmente una vera “lotta alla evasione fiscale”. Sarebbe questo, secondo il leader della Cgil, Maurizio Landini, un vero “governo di svolta”. “Bisogna lavorare per nuove assunzione – ha detto Landini durante il dibattito di ieri sera a Ravenna – per mettere più persone all’Agenzia delle Entrate e ai controlli, perché se combatti l‟evasione fiscale trovi anche le risorse per gli investimenti”. Un “governo di svolta” ha aggiunto il segretario della Cgil, è quello che “cambia anche le politiche sbagliate fatte, anche da precedenti governi e non solo l’ultimo, sul mercato del lavoro”.
Si può riascoltare tutto il confronto tra Maurizio Landini e Andrea Orlando che ieri sera è stato trasmesso in diretta sulla pagina Facebook della Cgil nazionale
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